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L’imprenditore
fiancheggiatore
della cosca

Un altro personaggio finito nella “rete” investigativa della Guardia di Finanza nell’ambito dell’opera - zione “Perseo”e che prima di allora non era conosciuto alle cronache, è il commerciante di abbigliamento Antonio Fragale, tirato in ballo dai collaboratori di giustizia quale “fiancheggiatore” della cosca Giampà. Già nell’ambito dell’operazione “Medusa” la Guardia di Finanza aveva indicato Antonio Fragale quale vittima di usura da parte di una serie di affiliati alla cosca Giampà, ma lo aveva anche denunciato per favoreggiamento (reato contestatogli poi in “Perseo”) perché, invitato a rispondere sui rapporti finanziari che aveva intrattenuto con i Giampà e con i Notarianni, lo stesso si mostrava omertoso e reticente. Allo stesso tempo, i finanzieri del Nucleo Mobile hanno accertato che Antonio Fragale sarebbe un fiancheggiatore dei Giampà, per i quali avrebbe custodito armi ed una motocicletta rubata, a bordo della quale, il 13 agosto del 2006 Saverio Cappello e Angelo Torcasio, partendo proprio dal garage di Fragale, si erano portati a Capizzaglie per tentare di uccidere già all’epoca Vincenzo Torcasio detto “Carrà”, evento che non si verificò poichè i due killer trovarono sulla loro strada una pattuglia della Guardia di Finanza che, notati gli occupanti della moto con giubbotti in pieno agosto e caschi integrali, si mise subito al loro inseguimento. A Fragale viene anche contestato di aver custodito la motocicletta tipo “Exagon” a bordo della quale nel gennaio del 2005 i killer della cosca Giampà uccisero Francesco Zagami. Le risultanze investigative in questione trovano riscontro sia in pregresse indagini svolte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia, sia nelle recenti dichiarazioni dei pentiti. In particolare, le Fiamme Gialle nell’anno 2004, nell'ambito di un procedimento istruito dalla locale Procura della Repubblica nei confronti di una serie di soggetti ritenuti affiliati alla cosca Giampà (tra i quali anche Giuseppe Giampà), avevano accertato che Antonio Fragale manteneva contatti con Pasquale Giampà "Buccaccio" (successivamente assassinato davanti alla clinica Michelino) e che intratteneva contatti telefonici anche quotidiani con Giuseppe Giampà. In quel contesto, la posizione di Fragale, secondo gli investigatori, non appariva quella di vittima o persona vessata, ma di soggetto legato da paritetici e buoni rapporti con Giuseppe Giampà. Le conversazioni intercettate erano caratterizzate da un evidente contenuto criptico ed erano tutte finalizzate ad organizzare incontri diretti, per come attestato dalla Guardia di Finanza.

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