
Nulla fa ritenere che l’omicidio di Davide Vincenzo Amato, incensurato, possa essere ricondotto nell’ambito della faida che da anni insanguina i boschi a cavalle delle province di Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria. L’unico collegamento ma non irrilevante è il mestiere, quello di boscaiolo, elemento comune a molte delle vittime di una guerra nata intorno allo sfruttamento del legname che negli anni ha lasciato sul terreno molte vittime. Ascrivibili alla faida secondo gli inquirenti sono da ultimo l’assassinio, nel settembre 2009 a Riace, del presunto boss serrese Damiano Vallelunga, la cui attività era legata ai tagli boschivi; e nel marzo 2011 sempre a Elce della Vecchia quello di Agostino Gerace, operaio 33enne, ammazzato a colpi di accetta.
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