Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 13 Maggio 2025

Omicidio Duro, confermate
quattro condanne

 La Corte ha accolto quasi completamente la richiesta del sostituto procuratore generale Eugenio Facciolla e del legale di parte civile, l’avvocato Valerio Murgano, di confermare la sentenza di primo grado. I giudici hanno confermato la pena a trenta anni di reclusione nei confronti di Donato Passalacqua, 43 anni (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Piero Chiodo), ritenuto uno dei capi carismatici degli zingari di viale Isonzo, accusato di essere il mandante dell'omicidio Duro; sua moglie Ornella Bevilacqua, 40 anni (assistita dagli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Ludovico); il figlio della coppia, Antonio Passalacqua, di 21 anni (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Ludovico), che avrebbe sparato a Duro come lui stesso ha ammesso in aula lo scorso 27 luglio. Sedici anni sono stati inflitti invece a Samuele Pezzano, 23 anni (assistito da Leopoldo Marchese e Piero Mancuso), che secondo l'accusa avrebbe accompagnato con l'auto e poi atteso il killer sul luogo in cui Duro è stato ucciso; ridotta la pena da 16 a 15 anni a Domenico Romagnino (difeso dagli avvocati Mary Aiello e Stefania Rania), che assieme al minorenne M.P., avrebbe attirato la vittima sul luogo dell'agguato su precisa richiesta di Donato Passalacqua per una ricompensa di 600 euro. Alle parti civili (la madre della vittima, le due sorelle, e a Brunella Aloisio, futura moglie di Duro mamma del loro bambino), che hanno seguito ogni udienza del processo con dignità e decoro, sono stati confermati sia il risarcimento del danno da liquidare in sede civile, sia le provvisionali per 40.000 euro alla neo mamma compagna di Duro, e 20.000 ciascuno alle altre donne. Il giudice depositerà le motivazioni della sentenza d’appello entro 45 giorni. Il processo di primo grado (svolto col rito abbreviato che ha comportato per gli imputati lo sconto di pena di un terzo) si è concluso il 19 novembre 2011. Per l'omicidio è stato imputato anche un minorenne, già giudicato e condannato a 12 anni di reclusione in primo grado il 9 febbraio 2011, poi ridotti a 10 anni in appello il 26 settembre.

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