Ha toccato i rapporti tra ‘ndrangheta e mondo imprenditoriale l’operazione “Grillo parlante 2” dei carabinieri del Nucleo investigativo e della Dda di Milano, ieri sfociata nell’emissione di cinque misure cautelari (3 in carcere e due ai domiciliari) e tre obblighi di firma. Concorso in estorsione, aggravata dalle modalità mafiose (art. 7) il reato contestato a tutti gli indagati. Contestualmente il Tribunale di Milano, su richiesta della Procura distrettuale, ha disposto il sequestro di beni (3 villette, due capannoni industriali, 10 appartamenti e 13 terreni agricoli) per un valore complessivo di oltre tre milioni di euro. In particolare l’ordine d’arresto ha raggiunto nel carcere Opera di Milano Sabatino (detto Tino) Di Grillo, 38 anni, già coinvolto nell’ottobre 2012 in un primo filone dell’inchiesta (Grillo parlante) che mise a nudo il nervo dei rapporti tra la le cosche e le istituzioni in Lombardia. Tino Di Grillo, figlio di Rosaria Mancuso –a sua volta sorella di Giuseppe (alias ‘Mbrogghia), Diego (Mazzola), Francesco (Tabacco) e Pantaleone (l’Ingegnere) – da tempo residente in Lombardia secondo gli inquirenti milanesi appartiene all’ala scissionista dei Mancuso di Limbadi, nel Vibonese. Frattura che risalirebbe agli inizi del 2000 e che vedrebbe protagonisti gli zii di Di Grillo. Uno scontro poi sfociato nel tentato omicidio di Romana Mancuso, della “generazione degli 11” (cioè degli undici figli di Giuseppe Mancuso (classe 1902) e del figlio Giovanni Rizzo (del ‘72) feriti a colpi di pistola e di kalashnikov, nel maggio del 2008. A finire in carcere anche Rocco Barbaro, 41 anni, di Platì, intercettato e arrestato dai carabinieri nei pressi di Roma mentre era in viaggio verso la Calabria. Si trovano invece ai domiciliari Giuseppe Crivaro, 44 anni di Filadelfia e Mauro Mussari, 50 anni di Carlopoli (Catanzaro), mentre nei confronti di Francesco Serravite, 37 anni di Soriano; Domenico Giurlanda, 36 anni di Vibo e Domenico Villì, 62 anni di Bovalino il gip distrettuale ha disposto l’obbligo di dimora.
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