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Crivellata nella notte
la porta d’un negozio

  Nove colpi di pistola di grosso calibro contro la porta di ferro d’un negozio d’attrezzi agricoli. Per mascherare il rumore chi ha sparato probabilmente ha fatto coincidere l’attentato intimidatorio con i botti di Capodanno (leggi articolo sopra), ed ha usato un revolver per non lasciare bossoli in giro e tracce preziose. Così è cominciata la prima giornata dell’anno di Salvatore Cittadino, imprenditore lametino di 49 anni, direttore del negozio “Lineaverde” in Via Gramsci. La porta d’ingresso bucherellata a prima vista sembra un minaccioso segnale estorsivo. L’attività di vendita d’attrezzature agricole Cittadino da anni l’esercita in Via del Progresso, zona Est della città, ma da poco ha aperto un negozio anche nella zona Ovest storicamente controllata da altri clan. E quello dominante dei Iannazzo solitamente non intimidisce le sue vittime in questo modo, sparando sulle saracinesche. Ci sono solo due possibilità per individuare gli attentatori: le videocamere fuori e dentro il negozio “Lineaverde” e il sistema di videosorveglianza comunale. Quest’ultimo però potrebbe non aver funzionato. Delle indagini si occupano gli investigatori del commissariato di polizia guidati da Antonio Borelli. Salvatore Cittadino fu vittima di un tentativo d’estorsione sette anni fa, e denunciò i suoi aguzzini che furono condannati. Il capo era Pasquale Giampà, all’epoca uno dei boss dell’omonima cosca che aveva il dominio su Lamezia Est, nella zona di Nicastro.

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