
Il termine ultimo per il pagamento della terza rata della tassa su rifiuti e servizi è stato prorogato al prossimo 24 gennaio. E basterà qualche cifra per dare la misura del salasso che a quella data metterà letteralmente in ginocchio intere categorie produttive. Rispetto allo scorso anno, saranno i proprietari di ortofrutta i più penalizzati nel capoluogo: almeno a loro, la Tares costerà il 630% in più. A risentirne in modo ugualmente pesante, i negozi di generi alimentari che subiranno aumenti del 600%. E ancora, pizzerie, ristoranti, birrerie, mense e pub con il 570% in più da versare. Non andrà meglio a bar e pasticcerie che patiranno un aumento dell’imposta del 530%. Batoste in arrivo persino per i pochi alberghi della città: se forniti di ristorante vedranno crescere l’esborso del 260%, in caso contrario del 175%. Resisteranno? È l’interrogativo ad oggi senza risposta. Di sicuro tra i pochissimi a resistere, vi saranno gli istituti di credito. Le banche pagheranno il 54% in meno rispetto al 2013. Buone notizie anche per teatri e cinema (- 59%) e per gli autosaloni (- 50%). Quanto alle abitazioni, per le quali la questione è abbastanza controversa, non mancano le note dolenti. La simulazione effettuata su un appartamento 100 mq fornisce risultati confortanti solo se ad abitarlo è un componente: l’importo da pagare si riduce in questo caso del 17%. Ma se gli inquilini diventano due, si parla di un aumento del 10%, con tre si arriva al 27% in più. Insomma, un tunnel senza via d’uscita visto che, anche per gli amministratori, scavare nei meandri della norma non fa che accrescere il proprio senso di impotenza. La Tares, infatti, non lascia scampo.
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