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Volevano imporre il
“pizzo” alle prostitute,
9 in manette

Avrebbero chiesto dai 250 ai 500 euro per garantire la loro tranquillità. Ed all’unica prostituta che avrebbe avuto il coraggio di ribellarsi e dire “no” avrebbero riservato un trattamento brutale, con tanto di violenza sessuale. Sulla presunta gang i Carabinieri di Soverato avevano acceso i riflettori ormai da qualche mese e probabilmente stavano ancora mettendo insieme prove e indizi; il rischio, però, che gli indagati venissero a conoscenza dell’ormai imminente arresto ha fatto scattare la necessità di procedere con i fermi d’urgenza emessi dalla Procura della Repubblica di Catanzaro. Ieri notte, dunque, è scattata l’operazione “Luxury”. In manette nove persone accusate a vario titolo di rapina, lesioni personali, violenza sessuale, tentata estorsione, violenza privata, detenzione illegale e porto abusivo di armi. Sono tutti residenti nel Soveratese: Domenico Santino Cozza, 50 anni, di Montepaone; Giovanni Catrambone, 25, di Gasperina; Pietro Mesuraca, 44, di Montepaone; Salvo Gregorio Mirarchi, 22, di Montepaone; Alessandro Pitingolo, 29, di Stalettì; Giuseppe Pitingolo, 31, di Soverato; Salvatore Romeo, 21, di Montepaone; Fabio Voci, 19, di Montepaone e Vincenzo Voci, 19, di Montepaone Secondo l’accusa i nove avrebbero contattato le prostitute attraverso un sito Internet; quindi avrebbero ottenuto regolari appuntamenti nelle case dove le “l u ccciole” ricevevano regolarmente i clienti, spesso localizzate nella riviera jonica. A quel punto sarebbe scattata la “trappola: fingendosi esponenti delle forze dell’o rdine avrebbero fatto irruzione negli appartamenti e razziato il possibile, portando via spesso un misero bottino fatto di poco denaro o telefoni cellulari di bassissimo costo. Ma questo sarebbe stato solo il primo passaggio del piano: dopo la rapina sarebbe partita puntualmente, infatti, la proposta di protezione in cambio di somme variabili dai 250 ai 500 euro per settimana. In un caso, secondo quanto ricostruito dai Carabninieri, sarebbe scattata persino una violenza sessuale “punitiva” sotto la minaccia di una pistola.

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