La Guardia di finanza di Crotone ha segnalato alla Corte dei Conti un danno erariale di 13 milioni di euro a conclusione dell'indagine "Energopoli" in merito ad una presunta truffa sulla mancata realizzazione del Contratto di programma di Scandale per la costruzione di una centrale a turbogas. Il danno è relativo all'indebita percezione di finanziamenti a carico del Bilancio nazionale e della Regione Calabria. Il contratto di Programma era stato stipulato tra l'ex Ministero delle Attività produttive (oggi Ministero per lo Sviluppo economico) ed il Consorzio Eurosviluppo per la realizzazione di un "piano di insediamento industriale in filiera energetica" nel comune di Scandale. L'accordo di programma prevedeva la realizzazione di investimenti di carattere industriale con una spesa di circa 134 milioni di euro, a fronte dei quali il finanziamento pubblico previsto a carico dello Stato e della Regione ammontava a complessivi 72,3 milioni di euro. L'insediamento prevedeva la creazione di almeno 240 posti di lavoro più le maestranze impegnate nella realizzazione delle opere strutturali.
Dell'avviso di conclusione indagini emesso dal sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Luisiana Di Vittorio, si ipotizzano i reati di associazione per delinquere, riciclaggio, truffa aggravata, falso, estorsione e minacce. Tra i 12 indagati ci sono l'ex amministratore delegato della "Barclays bank", Vittorio Maria De Stasio, coinvolto nell'inchiesta in qualita' di ex direttore generale di Banca Bipop; Aldo Bonaldi, di Soresina (Cremona) e residente nel Principato di Monaco, accusato di essere l'organizzatore della presunta truffa; Michelangelo Marinelli, amministratore della Pianimpianti spa; l'imprenditore pugliese Corrado Ciccolella; Alessandro Argentini, direttore finanziario della Eurosviluppo industriale, e Giuseppe Laratta e Andrea Gobbi, amministratori del Consorzio Eurosviluppo. La situazione di insolvenza delle società, di fatto svuotate delle risorse finanziarie trasferite all'estero su conti di altre società riconducibili al "dominus" della truffa, secondo quanto appurato dai finanzieri, ha inciso negativamente sulle iniziative di recupero dei finanziamenti conseguenti alla revoca degli stessi da parte del Ministero dello Sviluppo Economico, creditore della cifra di 13 milioni e 100 mila euro, comprensiva di interessi di mora ed altri oneri.