Da quelle parti avrebbero dovuto “lavorare” esclusivamente lui e le imprese di riferimento della sua famiglia. A Limbadi, storico feudo dei Mancuso, non c’era spazio per nessun altro. Via libera, dunque, allo sfoggio della tracotanza tipica della ‘ndrangheta con tanto d’a intimidazioni e minacce contro chi avesse tentato di opporsi. È questo, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, lo scenario nel quale è maturato il fermo di Domenico Mancuso, 35 anni, di Limbadi, detto “The Red”, ad opera degli agenti della Squadra Mobile del capoluogo regionale, diretta da Rodolfo Ruperti. Le manette sono scattate intorno ai polsi di Mancuso ieri mattina, con l’accusa di estorsione aggravata dai metodi mafiosi ai danni di un imprenditore. In particolare il 35enne, figlio del boss Diego Mancuso (quest’ultimo in carcere per una condanna definitiva a 15 anni di reclusione), è stato raggiunto da un provvedimento di fermo di indiziato di delitto firmato dal pm della Dda di Catanzaro, Simona Rossi. L’estorsione sarebbe stata commessa ai danni di un imprenditore vibonese operante nel settore dell’installazione di impianti elettrici, che avrebbe abbandonato alcuni cantieri a Limbadi dopo una serie di danneggiamenti ed incendi. Nel mirino sarebbero finite numerose autovetture, nell’ambito di un’escalation volta a convincere l’imprenditore «a non continuare nelle attività lavorative nel comprensorio del comune di Limbadi, controllato – riferisce una nota della Questura di Catanzaro – dalla cosca Mancuso». La vittima, tra l’altro, sarebbe stata costretta, per non subire ulteriori intimidazioni, a rinunciare a corrispettivi per prestazioni lavorative effettuate. Il provvedimento è scaturito dall’attività investigativa svolta dalla Squadra Mobile catanzarese in seguito alle dichiarazioni rese dalla testimone di giustizia Ewelina Pytlarz, ex moglie di Domenico Mancuso, 40 anni, fratello del boss Pantaleone, 53 anni, detto “Scarpuni”. Gli inquirenti hanno poi acquisito altre testimonianze e documentazione attinente a fascicoli processuali.