Avevano ottenuto un finanziamento di 9,5 milioni di euro dall'Unione Europea e dallo Stato per una innovativa macchina che doveva produrre cucchiaini per distributori di bevande calde ma in realtà al posto delle apparecchiature i finanzieri hanno scoperto un ammasso di ferraglia arrugginita e ricoperta di ragnatele accatastato in un capannone abbandonato. Per questo motivo i finanzieri del comando provinciale di Catanzaro hanno eseguito su tutto il territorio nazionale una ordinanza nei confronti di 18 persone e una società. L'indagine, avviata lo scorso anno e diretta dalla Procura di Lamezia Terme, ha portato anche al sequestro di beni per 6 milioni di euro. I finanzieri hanno compiuto un controllo nei confronti della società "New technology machining" di Lamezia Terme beneficiaria di un contributo di 9,5 milioni, di cui 3,6 erogati ed i restanti bloccati dai finanzieri, per la realizzazione di un tecnologico macchinario industriale. I fondi sono stati erogati dal ministero dello sviluppo economico per le fasi di ricerca e sviluppo, industrializzazione e formazione del personale. Nel corso delle indagini i finanzieri hanno scoperto che l'ottenimento dei fondi, si è scoperto che la vera truffa stava nella mole di fatture false che gli ideatori del progetto, due consulenti romani, padre e figlio, a quanto pare molto conosciuti negli ambienti ministeriali, si erano fatti emettere da imprenditori compiacenti al fine di giustificare le spese che poi, puntualmente, grazie anche alla compiacenza dei funzionari della banca concessionaria e degli esperti ministeriali, venivano coperte con l'erogazione dei fondi comunitari. Finti fornitori della Ntm, nel corso delle indagini, sono stati trovati su quasi tutto il territorio nazionale: si tratta, in buona parte, di imprenditori e professionisti molto noti. Nell'inchiesta, tra gli altri, è rimasto coinvolto anche un professore universitario di Roma, Vincenzo Tagliaferri, il quale aveva dichiarato di aver redatto una presunta relazione tecnica mai realmente prodotta e, in seguito, per coprire il misfatto agli investigatori, ha maldestramente tentato di rimaneggiare un documento, copiato integralmente da varie tesi universitarie, facendolo passare senza successo per la relazione in questione. Altro indagato eccellente è Domenico Temperini, coinvolto nell'inchiesta sul buco milionario dell'Idi di Roma. Temperini è risultato tra i più assidui fornitori di fatture per operazioni inesistenti a favore dell'azienda lametina. Le persone coinvolte nell'inchiesta sono accusate a vario titolo di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche comunitarie, falso ideologico e materiale, emissione ed utilizzo di decine di fatture e altri documenti per operazioni totalmente o parzialmente inesistenti, frode fiscale ed altri illeciti amministrativi e tributari. (ANSA) |
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