Nel paese dove le elezioni non finiscono mai si susseguono celebrazioni, tagli di nastri, convention e soprattutto cene. A Lamezia però ci sono anche bombe e proiettili vaganti, macchine bruciate e bacheche infrante, oltre al tiro a segno ai manifesti dei candidati. In questo clima rovente l’anno scorso alle politiche e nel 2010 alle regionali Franco Talarico sembra non abbia badato a spese. «Mi deve 128 mila euro», lamenta Salvatore Mazzei, proprietario del ristorante “Samart”, a due passi dalla stazione di Lamezia Centrale. L’imprenditore è preoccupato quando dice alla Gazzetta del Sud: «Non avrei mai voluto che finisse così, davanti a un tribunale, perchè io e Franco pensavo fossimo amici. Invece ero il solo a pensarla così». La convention di circa un anno fa era stata organizzata fin nei minimi particolari: 1.600 invitati, una decina di tavoli a buffet, antipasti abbondanti, ma anche primi, secondi e bibite a go-go. Per finire “open bar”, cioè alcolici senza freni, ed una torta megagalattica da 80 chilogrammi dedicata al segretario nazionale Lorenzo Cesa, e con l’immancabile scudocrociato in pasta di zucchero blu, bianca e rossa. «Abbiamo mobilitato tutti i nostri cuochi per organizzare quella festa, ed hanno cucinato per una settimana in modo da non far mancare nulla», spiega il ristoratore.
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