Un ex carabiniere ormai radiato dall’Arma e un parroco: sono loro le figure cardine dell’inchie - sta “Romanzo Criminale” con - dotta dalla Dda di Catanzaro, che con gli undici fermi messi a segno all’alba di ieri ha sgominato, secondo gli inquirenti, il clan Patania di Stefanaconi, nel Vibonese. Un’inchiesta lunga e complessa, che costituisce il naturale sviluppo delle indagini sulla guerra di mafia combattuta fra il 2011 e il 2012. In manette sono finiti: Bruno Patania, 39 anni, Alessandro Bartalotta, 23, Antonio Sposato, 38, Iliya Krastev, 33, Maria Consiglia Lopreiato, 31, Caterina Caglioti, 32, Alex Loielo, 21,Natale De Pace, 62, Toni Mazzeo, 38, e Riccardo Cellura, 32. Arrestato anche l’ex maresciallo Sebastiano Cannizzaro, 59 anni, già alla guida della Stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, centro confinante con Stefanaconi. L’ex carabinieri era stato sospeso nel 2012 e il mese scorso è giunta la radiazione dall’Arma. Associazione mafiosa, estorsione, usura, danneggiamento, detenzione di armi, possesso di segni distintivi contraffatti e favoreggiamento personale i reati, a vario titolo, contestati. Pur non rientrando fra le persone fermate, nell’inchiesta è finito pure il sacerdote Salvatore Santaguida, che nel dicembre del 2012, prima di essere trasferito ad altro incarico, è stato sottoposto a perquisizione. Il parroco avrebbe fornito informazioni ad esponenti della cosca Patania. Nei confronti del sacerdote non sono stati assunti provvedimenti, dal momento che i fermi sono stati adottati, come ha spiegato il procuratore distrettuale di Catanzaro Vincenzo Antonio Lombardo durante una conferenza stampa, «nei confronti di quelle persone per le quali si presupponeva il pericolo di fuga». All’ex comandante della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio, la Dda contesta presunti tentativi di «depistare le indagini ».