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Fratelli gemelli uccisi in un bar, i presunti killer condannati a vent’anni

  Anche per i giudici d’appello non ci sono dubbi: sono il 28enne Alberto Sia, di Soverato, figlio di Vittorio Sia, il presunto boss ucciso in un agguato il 22 aprile 2010, e il coetaneo Patrik Vitale, di Satriano, gli autori dell’agguato ai fratelli gemelli 45enni Vito e Nicola Grattà, uccisi l’11 giugno 2010 a Gagliato (Catanzaro) mentre giocavano a carte in un circolo ricreativo privato. La Corte d’assise d’appello di Catanzaro ha confermato ieri pomeriggio le due condanne a venti anni di reclusione inflitte in primo grado ai presunti assassini. Il collegio presieduto dal giudice Palma Talerico, che depositerà entro 90 giorni le motivazioni della decisione, ha accolto la richiesta avanzata dal sostituto procuratore generale Massimo Lia lo scorso 24 febbraio. La sentenza di primo grado per il duplice omicidio Grattà risale al 14 marzo del 2012, quando i giudizi abbreviati per tre imputati si conclusero con due condanne a vent’anni di reclusione e un’assoluzione. Il gup distrettuale, infatti, ritenne colpevoli Sia e Vitale, scagionando con formula ampia il 23enne Giovanni Catrambone.

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