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Nuovo tribunale
indagati dal Pm

tribunale catanzaro
Inizieranno lunedì prossimo, 5 maggio, gli interrogatori delle cinque persone indagate per corruzione e falso nell'ambito dell'inchiesta della Procura della Repubblica di Catanzaro sui lavori di realizzazione del nuovo Tribunale del capoluogo calabrese.
Gli indagati sono gli imprenditori Giuseppe e Fabio Gatto, rispettivamente amministratore unico e direttore tecnico della "Gatto costruzioni"; Giovanni Ciampa, all'epoca dei fatti dirigente del settore Grandi opere del Comune e presidente della commissione della gara d'appalto per la progettazione e l'esecuzione dei lavori di ampliamento del palazzo di giustizia, ed i componenti della stessa commissione Biagio Cantisani e Luigi Franco.
I cinque sono stati raggiunti nei giorni scorsi da avviso di garanzia emesso dal sostituto procuratore Carlo Villani.
Secondo l'accusa, Ciampa avrebbe ottenuto dai Gatto un villino disposto su tre livelli con sette vani "per la modica cifra di 60 mila euro". In cambio Ciampa avrebbe prestato "la sua attività pubblica in favore di Gatto prima per far aggiudicare illegittimamente e illegalmente la predetta gara d'appalto e poi per consentire" all'impresa Gatto "di cedere l'appalto ad altra impresa (già esclusa dalla stessa procedura di gara), in palese violazione delle disposizioni del codice degli appalti, con un guadagno netto di 1.539.731,40 euro, cioè 289.731,40 euro per rimborso spese di progettazione liquidate direttamente dalla stazione appaltante, più 1.250.000 pari all'anticipazione bancaria ottenuta dalla Banca popolare del Mezzogiorno per le spese di cantierizzazione mai avviate dalla Gatto costruzioni, debito poi trasferito all'impresa cui era stato ceduto l'appalto".
Ciampa e gli altri due componenti la commissione di gara, secondo l'accusa, avrebbero inoltre "avvantaggiato spudoratamente la Gatto costruzioni nella valutazione comparativa del suo progetto rispetto a quelli presentati dalle altre due imprese partecipanti alla gara".
In merito alla cessione di ramo d'azienda con cui la Gatto costruzioni ha passato il cantiere ad un'altra società, per il pm "dissimulava una vera e propria cessione del contratto vietata dal codice degli appalti". (ANSA)

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