Il grido d’allarme lanciato dai cittadini di Triparni a causa del proliferare di malattie neoplastiche nel territorio è stato finalmente raccolto da esperti del settore. Di recente, infatti, alcuni tecnici del centro epidemiologico regionale ambientale (Cera) dell’agenzia per la protezione dell’ambiente della Calabria (Arpacal) si sono recati sul posto per valutare l’avvio di un’indagine epidemiologica. «Il sopralluogo si è reso necessario – si legge in una nota a cura dell’Arpacal – perchè un comitato di cittadini, residente nella frazione, guidato dal signor Nicola Florio, aveva sollecitato l’intervento delle istituzioni per accertare la presenza di un aumento delle patologie tumorali tra popolazione residente e l’eventuale legame con situazioni di criticità ambientale». Dopo un primo contatto tra lo stesso Florio e il dott. Michelangelo Iannone il Cera, investito della questione dalla direzione generale della stessa Arpacal, ha attivato la procedura di ricerca volta all’acquisizione dei dati e alla verifica dell’effettiva incidenza dei casi di cancro sulla popolazione. Ad una prima fase di conoscenza del territorio «seguirà – hanno spiegato gli esperti del Centro epidemiologico – la programmazione di ulteriori analisi che dovessero rendersi necessarie». L’equipe si è riservata anche di effettuare nell’immediato futuro una successiva riunione per verificare lo stato di avanzamento delle attività di indagine e fornire le dovute informazioni ai cittadini. Nel corso del sopralluogo i ricercatori del Cera hanno incontrato pure il dott. Domenico Barbieri che per primo aveva portato all’attenzione dei vertici dell’azienda sanitaria locale l’aumento esponenziale dei casi di tumore stilando un rapporto tra numeri, residenti e territorio in un quadro dettagliato che aveva preso in esame ogni singola via. Il personale del Centro – composto dal dott. Francesco Nicolace (direttore), dal dott. Michelangelo Iannone (dirigente) e dal dott. Angelo Rocca (funzionario) – ha anche illustrato i propri protocolli operativi che prevedono, in seguito all’incontro con i rappresentanti dei cittadini, il contatto con l’Asp e con il dipartimento provinciale Arpacal. L’attenzione dell’Agenzia per la protezione ambientale nei confronti della piccola realtà, secondo i residenti, rappresenta un segnale importante nella direzione di rispondere concretamente all’inquietante interrogativo se Vibo Valentia è anch’essa una terra dei fuochi.