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Nell’ex carcere lupara, pistola e l’occorrente
per fare “erba”

 Dai monaci, ai medici e ai detenuti, l’ex carcere di Sant’Agostino oggi sarebbe stato nella esclusiva disponibilità di due trentenni vibonesi. O meglio le chiavi, al momento non si sa come e perché, sarebbero finite in mano ad Antonio Iannello, carrozziere di 34 anni, che nell’edificio avrebbe allevato anche un maiale, ieri arrestato in flagranza di reato dalla Squadra mobile insieme a Sergio Gentile, di 35 anni. Nel corso di un blitz, infatti, nell’antica e austera struttura sono stati rinvenuti un fucile a canne mozze, calibro 12 e una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, nonché 18 proiettili cal. 7,65 e 11 cal. 12. All’interno anche i due i quali, alla vista degli agenti, avrebbero inutilmente tentato la fuga. Ma la vera sorpresa, al di là del ritrovamento dei due uomini nel complesso monumentale –che ufficialmente avrebbe dovuto essere chiuso e invalicabile ai non addetti ai lavori – gli uomini della Squadra mobile l’hanno trovata nei sotterranei dell’ex carcere. Nei locali, infatti, è stato trovato tutto l’occorrente – impianto di irrigazione compreso –per una piantagione. Dal terriccio, oltretutto di buona qualità, ai vasi e a una serie di lampade alogene e a un collegamento volante, con una vicina cabina Enel, per usufruire gratis et amore dei della corrente elettrica. Gli inquirenti ipotizzano che nei sotterranei dell’ex convento ed ex casa mandamentale Iannello e Gentile volessero impiantare una coltivazione di marijuana, anche se di piantine o sementi non è stata trovata traccia. Inverosimile, comunque, che nelle segrete del vecchio edificio i due arrestati volessero coltivare pomodori o peperoncini.

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