E' iniziata a settembre 2012, nell'ambito delle indagini su un attentato dinamitardo ai danni dell'abitazione di Domenico Mezzatesta, attualmente latitante per il duplice omicidio di Giovanni Vescio e Francesco Iannazzo, commesso insieme al figlio Giovanni, l'inchiesta che stamani ha portato all'arresto di quattro persone per spaccio di droga. Dalle intercettazioni eseguite dai carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli e di quelli di Decollatura, infatti, sono emersi riferimenti ad una attività di spaccio di alcuni soggetti residenti nell'area del Reventino e nella vicina Lamezia Terme, che stamani hanno portato ai domiciliari Marcello Perri, di anni 49; Salvatore Domenico Mingoia (49); Danilo Torcasio (29) (che era già ai domiciliari per un reato analogo) e Antonio Godino (26). Altre dieci persone, le cui abitazioni sono state perquisite, sono indagate in stato di libertà. L'inchiesta, denominata "Reventino Storm", nel dicembre 2012, ha portato grazie ad intercettazioni e pedinamenti, all'arresto di Mingoia, bloccato di ritorno da Napoli con sette grammi di eroina già divise in dosi. Oltre a lui, secondo gli investigatori, era particolarmente attivo nello spccio anche Perri. Quest'ultimo, secondo l'accusa, veniva contattato per telefono dai clienti che usavano un linguaggio ambiguo chiamando la droga con i termini "latte", "pizza", "casciotti" o "uova". La consegna avveniva, dopo ricariche di tessere bancomat o in contanti, tramite pacchetti di sigarette sistemati in vari punti dei centri abitati di Soveria Mannelli e Decollatura. Dalle intercettazioni è emerso anche che Godino aveva acquistato clandestinamente una pistola ed aveva organizzato una esercitazione con altre persone per provarla. L'arma è stata sequestrata stamani. "Dalle intercettazioni - ha detto il procuratore di Lamezia Terme Domenico Prestinenzi, incontrando i giornalisti - emergono una serie di dichiarazioni auto ed etero accusatorie perché non c'è, tra gli indagati, la consapevolezza di essere ascoltati e quindi parlano liberamente". Il comandante provinciale dei carabinieri di Catanzaro, col. Ugo Cantoni, ha sottolineato come "la droga non è un circuito a se stante ma è sempre collegato ad altre fenomenologie criminali e la nostra attenzione è sempre alta". Il comandante della Compagnia carabinieri di Soveria Mannelli, cap. Domenico De Biasio, infine, ha messo in evidenza che dalle indagini è emerso che gli indagati "rappresentavano un punto di riferimento in tutto il territorio del Reventino". (ANSA). |
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