È ripreso con la requisitoria del pm Elio Romano il processo davanti al gup Giuseppe Perri, il processo a carico di 40 delle 67 persone coinvolte nell’ambito dell’operazione “Perseo” e che hanno scelto di essere processati con il rito abbreviato. Ieri in aula la termine della sua requisitoria l’accusa ha chiesto la condanna di tutti gli imputati a pene variabili tra i 4 e i 30 anni, per 4 di essi invece il pm ha chiesto l’ergastolo. Quest’ultima pena è stata chiesta per Vincenzo Bonaddio, considerato dagli investigatori il reggente della cosca Giampà, Aldo Notarianni, Domenico Giampà e Maurizio Molinaro accusati anche di omicidio. Questi ultimi ieri mattina sono stati raggiunti da un altro provvedimento cautelare per quanto riguarda l’omicidio di Francesco Zagami, ed al quale ha fatto riferimento l’accusa nella sua fase dibattimentale. Il processo ieri è iniziato con la trattazione delle posizioni stralciate, che riguardavano Aldo Notaraianni, Antonio Paradiso, Vincenzo Torcasio e Giampaolo Bevilacqua. Su quest’ultimo il pm ha insistito sulla richiesta di rinvio a giudizio, spiegando che la posizione è stata ben descritta nell’ordinanza e che le ragioni della sua rimessa in libertà sono legate «alle esigenze cautelari e non ai gravi indizi di colpevolezza che anche la Cassazione ha confermato». Dopo questa iniziale fase il processo è entrato nel vivo con la richiesta dall’avv. Francesco Pagliuso di reiterazione dell’istanza di udienza pubblica già avanzata. Il rito abbreviato si svolge a porte chiuse ma come già sostenuto dall’avv. Pagliuso, in ossequio a norme del codice di procedura penale, è possibile, col consenso di tutti gli imputati, che il processo si svolga in maniera pubblica. Tale istanza era già stata avanzata nella scorsa udienza, reiterata ieri, ma è stata rigettata dal Gup in quanto non tutti gli imputati ne hanno fatto richiesta. In aula ieri oltre a Pagliuso erano presenti gli avvocati Francesco Gambardella, Antonio Larussa, Lucio Canzoniere, Domenico Villella, Salvatore Cerra, Michele Cerminara, Paolo Mascaro, Maurizio D’Agosto, Renzo Andricciola, Pino Spinelli, Aldo Ferraro e Carlo Carere, per le parti civili. Dopo le questioni preliminari è iniziata la requisitoria del pm, durata circa tre ore, spiegando che Perseo altro non è che uno sviluppo di Medusa già giunto a sentenza di primo grado. Nella sua requisitoria inoltre l’accusa ha fatto riferimento alle operazioni Primi Passi, Infinito e all’informativa Cerbero, facendo poi un excursus su tutte le collaborazioni che si sono susseguite in questi anni.
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