Tre schede telefoniche acquistate da un pakistano che non si riesce a rintracciare; una telefonata anonima per una bomba, rivelatasi inesistente, su un aereo e due persone che sostengono di aver fatto uno scherzo ad un amico ma hanno fatto sparire i telefoni usati. E' questo lo scenario dell'inchiesta sull'allarme bomba del 4 settembre scorso sul volo della Ryanair partito da Lamezia Terme e diretto a Bergamo. Un episodio che, per certi versi, potrebbe avere i contorni e gli ingredienti di una spy-story. Nell'inchiesta, condotta dalla Polaria di Lamezia Terme, sono indagati un uomo di 31 anni, con precedenti penali, e la sua convivente, di 28, residenti in provincia di Brescia. Dopo il decollo dell'aereo ci fu la telefonata anonima al centralino dell'aeroporto di Lamezia Terme ed un uomo, con una forte inflessione dialettale del nord Italia, denunciò la presenza della bomba sull'aereo. L'allerta portò all'attivazione del dispositivo di difesa aerea da parte del Caoc-Tj (Combined Air Operation Center di Torrejon), agenzia della Nato responsabile del settore, e della procedura "Scramble" con il decollo immediato di due velivoli caccia intercettori dell'Aeronautica Militare "Eurofighter" del 4/o Stormo, decollati dall'aeroporto di Grosseto, che scortarono il volo della Ryanair fino all'atterraggio, in sicurezza, presso l'aeroporto di Orio al Serio. A bordo dell'aereo di linea però non fu trovata nessuna bomba. Gli agenti della Polaria, diretti dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme, avviarono le indagini riuscendo ad accertare che la telefonata era stata fatta con un telefono cellulare dalla provincia di Brescia. Si è poi risaliti alla scheda telefonica che era stata comprata, con altre due sim, venti giorni prima della telefonata anonima, da un cittadino pakistano il quale aveva usato il suo passaporto per l'acquisto. Dalle indagini sono poi emerse una serie di stranezze come ad esempio il fatto che il cittadino pakistano non risulta rintracciabile e la sua identità non esiste in nessuna delle banche dati delle forze dell'ordine. Altro elemento riguarda le firme sui documenti di acquisto delle schede che diverse tra loro. Dalle indagini è emerso anche che le schede sono state usate per contattare solamente quattro utenze telefoniche, tra cui il centralino dell'aeroporto di Lamezia Terme. Attraverso la testimonianza delle persone che hanno ricevuto le telefonate, tutte residenti in Toscana e Lazio, i poliziotti hanno identificato gli autori della telefonata anonima i quali si sono giustificati sostenendo di avere voluto fare uno scherzo ad un amico che era sull'aereo. Ma negli ambienti investigativi restano ancora molti dubbi e interrogativi. Ad esempio: che fine ha fatto il pakistano che ha acquistato le schede telefoniche? Perchè i due indagati si sono disfatti delle schede e dei telefoni dopo aver fatto la telefonata anonima? Si tratta di un semplice scherzo oppure si è voluto testare il dispositivo antiterrorismo? A queste domande si sta cercando di dare una risposta e, per il momento, l'unico dato certo è che, come hanno sostenuto gli inquirenti, "la vicenda ha dei contorni strani che vanno chiariti". (ANSA).
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