
Non ci sono ancora forti mareggiate, ma la Statale 18, approssimativamente all’altezza del chilometro 353, tra Marina di Nocera Terinese e Campora San Giovanni funziona di nuovo a senso unico alternato con impianto semaforico sulla corsia nord. Immancabili le lamentele della numerosa utenza per i disagi provocati dalla reiterata interdizione della corsia sud, soggetta in quel punto all’erosione marina. Il Movimento 5 Stelle di Amantea chiede con forza una soluzione tempestiva. «Non si può più stare a guardare – dice – l’isolamento tra due province (Cosenza e Catanzaro, ndc) sul litorale tirrenico: se dovesse esserci una nevicata sull’autostrada, come spesso avviene nel tratto di Lagonegro, si potrà dire che l’Italia resti divisa in due». Se questo accadesse, prosegue il movimento di Beppe Grillo e Casaleggio, sarebbe causa di «disagio per tutti: agricoltori, commercianti, scolari, impiegati e quanti devono muoversi da nord verso sud e viceversa, considerata anche la presenza dell’aeroporto di Lamezia, della sua stazione ferroviaria, del presidio ospedaliero e di tutte le diverse realtà che offrono servizi o impiegano cittadini residenti nel comprensorio. Fino al 2006 l’alternativa alla Statale 18 era costituita a monte dalla provinciale 163/1, cioè la strada del famigerato ponte (sul Savuto, ndc) che fu chiuso al transito nel 2006e crollò definitivamente nel 2008. D’allora sono passati 8 anni, ci sono stati tante manifestazioni e incontri organizzati da cittadini, agricoltori e comitati civici. E poi tante promesse di politici di ogni estrazione. Ma ad oggi nulla di concreto ». Il Movimento 5 Stelle evidenzia che per il comune di Amantea, secondo il piano di protezione civile 2013, «la strada e il ponte sono d’importanza strategica per i collegamenti con il Lametino, in quanto costituiscono, nella gestione di un’emergenza, una fondamentale alternativa alla Statale 18, che collega sulla fascia costiera le intere province di Catanzaro e Cosenza ». Ma al di là delle parole, i pentastellati chiedono «fatti e comportamenti. Si potrebbe ripartire, ad esempio – propongono – da un consiglio comunale aperto allargato ai comuni limitrofi , attraverso il quale programmare una linea seria e fondata su precise assunzioni di responsabilità da parte degli enti coinvolti».
Caricamento commenti
Commenta la notizia