
Enzo Paolini, presidente dell’Aiop Calabria (l’associazione dell’ospedalità privata) in risposta alla nota diffusa ieri dal commissario per il Piano di rientro dal debito sanitario, gen. Luciano Pezzi, chiarisce perché ha contestato le direttive del massimo vertice della sanità calabrese: «Cerchiamo di parlare in modo che tutti capiscano: secondo le leggi dello stato le prestazioni sanitarie possono essere erogate dalle strutture, pubbliche e private che siano in possesso dei requisiti stabiliti dalle norme ed abbiano sottoscritto appositi contratti con la regione. In Calabria, e per il caso in questione a Cosenza, nessuna struttura pubblica ha mai sottoscritto i contratti. Le strutture private sì; lo hanno fatto per il 2013 con contratto che secondo specifica clausola contrattuale si proroga per il 2014 in mancanza di una nuova proposta contrattuale. Succede che un ex militare in congedo, Luciano Pezzi, nominato commissario per l'attuazione del piano di rientro in Calabria faccia passare quasi tutto l'anno e poi pretenda che le strutture private sottoscrivano a novembre 2014 un contratto per l'intero anno 2014 a condizioni inferiori e penalizzanti rispetto all'anno 2013 e minacci che in caso contrario sospenderà l'accreditamento (cioè la possibilità di lavorare) ed i pagamenti delle prestazioni già erogate ai cittadini» Secondo Paolini «non c'è bisogno di uno scienziato del diritto» per riscontrare in tutto ciò un possibile «abuso supportato da minaccia. Lo insegnano - aggiunge - ai corsi di diritto della Guardia di finanza. Che poi lo Stato lo consenta e consenta a suoi rappresentanti di adottare metodi, toni e comportamenti finalizzati ad impedire ogni discussione ed a (tentare di) intimidire gli interlocutori è ancora più grave. È il malcostume dello Stato nemico che speriamo sia al termine e lasci il posto allo Stato che sostiene e non distrugge imprese e posti di lavoro. Questo in termini generali. Sul piano personale con me questi atteggiamenti protervi e supponenti hanno un solo effetto: quello descritto ed insegnato da Eduardo nel famoso episodio de "l'oro di Napoli"». La polemica trae origine dalle direttive del commissario in base alle quali le prestazioni erogate dai privati saranno pagate in base ai valori già pattuiti e non vi saranno rimodulazioni, con eventuale sospensione dell’accreditamento per le strutture che si rifiuteranno di sottoscrivere i relativi contratti.
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