L’associazione ‘Fare Insieme’ lancia una petizione popolare per chiedere una adeguata tutela per il pm della DDA di Catanzaro, nei cui confronti, come raccontato da un detenuto, le cosche di ndrangheta stavano preparando un attentato. Ecco il testo: “In un decennio, un giovane magistrato crotonese, componente della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, Pierpaolo Bruni, come altri valorosi magistrati che lavorano in tutto il Paese, ha assicurato alla giustizia capicosca della ‘ndrangheta di grosso calibro, in tutto il territorio regionale, ha riportato nella disponibilità dello Stato beni posseduti dalla criminalità organizzata, ha di fatto contribuito alla crescita del fenomeno del pentitismo anche nella ‘Ndrangheta, ha scosso le immobili radici di un sistema che autoalimentandosi ha coinvolto, inquinando, importanti settori della politica, dell’imprenditoria, delle istituzioni stesse di questo Paese. Di fatto ha svelato un grumo pericoloso composto da ‘Ndrangheta, massoneria deviata, settori della politica e della pubblica amministrazione, facendo emergere delle crepe anche in ambienti assolutamente insospettabili. Dopo anni di dedizione, di sacrificio, dopo aver messo a repentaglio la sua vita e quella della sua famiglia, paradossalmente ha visto, da parte di uffici periferici dello Stato, ridurre il livello di tutela della propria sicurezza. Il Prefetto di Crotone, infatti, ha adottato un provvedimento che, in maniera illogica e contraddittoria per la drammaticità della realtà attuale, abbassa la guardia proprio su questo magistrato, depotenziando il sistema di sicurezza che finora gli era stato garantito. Nonostante i diversi tentativi di intimidazione che il giudice e la sua famiglia hanno subito negli ultimi periodi a causa della costante e fruttuosa attività giudiziaria posta in essere, viene disposto incomprensibilmente la rimozione delle apparecchiature di videosorveglianza presso l’abitazione del Pubblico Ministero. Decisione che arriva improvvisa e solo qualche giorno dopo che sono state rese pubbliche dagli organi di stampa le inquietanti notizie fornite da un pentito detenuto nel carcere di Siano, e ritenuto attendibile dagli inquirenti, del disegno criminoso delle cosche di eliminare fisicamente il giudice Bruni. Il pentito ha finanche riferito i particolari dello stesso intento criminoso, svelando un progetto che prevedeva di far saltare in aria il giudice antimafia con una carica di tritolo durante il suo quotidiano tragitto sulla Ss 107, che da Crotone porta a Cosenza. Una eclatante uccisione che, così come hanno dichiarato più collaboratori di giustizia negli anni, le ‘ndrine calabresi progettano al fine di eliminare un giudice tanto scomodo. In una regione come la Calabria, entro i confini della quale si muovono soggetti che gestiscono affari illeciti in tutto il mondo, questa decisione lascia sgomenti, ed arriva proprio dopo che il giudice Bruni ha messo in luce l’attività della potentissima cosca di ‘ndrangheta del cosentino conosciuta come la cosca degli zingari. Riteniamo sia indispensabile una netta presa di posizione da parte di tutti i cittadini calabresi e siamo certi che i nostri rappresentanti istituzionali condivideranno la nostra indignazione e parteciperanno al Ministro degli Interni, ed al Governo tutto, questa condizione di pericolo alla quale il giudice antimafia Bruni è stato esposto.D a parte nostra lavoreremo con tutte le iniziative che verranno messe in campo affinché cresca l’allarme e la consapevolezza della società civile calabrese, e venga tutelata la vita dei servitori dello Stato che con coraggio e grande professionalità sono esposti in prima fila nella lotta decisiva per sradicare la ‘Ndrangheta ed ogni forma di attività criminale che è ancora purtroppo tanto forte e pervasiva su tutto il territorio nazionale ed anche oltre i suoi confini.Vogliamo che il giudice Pierpaolo Bruni venga tutelato. Siamo stanchi di vederci sempre rappresentati per le nostre peggiori fattezze, siamo stanchi di cedere all’evidenza che siamo parte di una società che giornalmente viene indebolita da se stessa.Se ritieni che sia necessario proteggere chi, con dovere, assicura l’applicazione della legge, firma con noi questa petizione. #iostoconbruni #calabriasola #statodovesei #calabrianonèmafia