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«Sono parente di Giampà», e non paga 4 mila euro

Tentata estorsione ed illecita concorrenza con minacce aggravate dalla modalità mafiosa. Queste le accuse con le quali è stato arrestato Andrea Giampà. lametino di 29 anni. L’hanno catturato i carabinieri della Compagnia di Girifalco guidata dal tenente Silvio Maria Ponzio in un’operazione condotta insieme al nucleo investigativo del Comando provinciale di Catanzaro. I dettagli dell’operazione sono stati descritti in una conferenza stampa nella caserma di Girifalco dallo stesso Ponzio e dal luogotenente Pasquale Mendicino che comanda la Stazione carabinieri di Sambiase, a Lamezia Ovest. Un’operazione congiunta conclusa lunedì scorso con il fermo alle prime ore dell’alba di Giampà nel quartiere lametino di Sambiase dove risiede. Il fermo di Giampà, con precedenti penali di polizia per reati contro la persona e minacce aggravate, è stato ieri convalidato dal Gip catanzarese. Il giovane si trova rinchiuso a Siano. All’arresto di Giampà i militari sono arrivati dopo una complessa attività d’indagine che ha avuto origine il 27 settembre scorso quando a mezzogiorno gli esercenti di un’attività di pelletteria e profumi del centro commerciale “Due mari”di Maida, alle porte di Lamezia, avevano trovato nella cassetta delle lettere del negozio un proiettile calibro 9 ed una lettera scritta in lametino: “Parla di meno se no il colpo ti arriva in testa”. Da qui la denuncia dei commercianti, padre e figlio, bersaglio delle ritorsioni del Giampà. La vicenda, secondo il comandante Ponzio, «s’è snodata nel corso degli ultimi due anni, dal dicembre del 2012, dal momento in cui la moglie di Giampà aveva acquistato beni del valore di 1.400 euro nel negozio, che erano parte di un ulteriore debito di 4 mila euro che aveva contratto lo stesso Giampà che però non aveva mai pagato». Da qui si sono susseguite minacce da parte di Giampà nella speranza di estinguere il debito con una dichiarazione liberatoria, vantando una parentela con l’omonimo clan lametino, creando ulteriore preoccupazione tra i suoi creditori. 

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