Restano gravi le condizioni del titolare della fabbrica di fuochi pirotecnici di Soriano, nel Vibonese, investito dall’esplosione che, la vigilia di Natale, ha distrutto due container e provocato una vittima. Ernesto Pugliese, 34 anni di Sorianello è ricoverato nel Centro grandi ustionati di Palermo ma non sarebbe in pericolo di vita. Si trova, invece, all’obitorio dell’ospedale di Vibo Valentia – a disposizione dell’autorità giudiziaria – il cadavere dilaniato di Marinica Bostinaru, 38 anni, di origini romene, dipendente di Pugliese. In località Savocà di Soriano, la vigilia di Natale, è stata di devastazione e dolore. Violente esplosioni in rapida successione, diverse e potenti il cui boato è stato sentito anche da Vazzano, hanno improvvisamente squarciato il silenzio dei boschi. Una causa accidentale (una distrazione o un errore) sarebbe all’origine della serie di deflagrazioni avvenute, intorno alle 15,45 di mercoledì scorso, nel perimetro della fabbrica di fuochi pirotecnici. In particolare all’interno di uno dei due container che si trovavano poco distanti dalla struttura adibita a ufficio e a due casematte. La presenza di materiali altamente esplosivi, in pochi secondi, ha scatenato l’inferno in località Savocà, zona quasi a cavallo tra i territori di Soriano e Pizzoni. Un effetto reso ancora più devastante dalla presenza di una bombola di gas anch’essa scoppiata. Boati, fiamme e fumo sono stati improvvisamente un tutt’uno illuminando a giorno l’intera zona e il bosco che circonda la fabbrica, di proprietà di Ernesto Pugliese di Sorianello. L’uomo investito dall’esplosione è giunto mercoledì sera in eliambulanza a Palermo. Ha ustioni di secondo e terzo grado sul 70 per cento del corpo e per questo motivo i medici del Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia, dove era giunto qualche ora prima dopo l’intervento del Suem 118, hanno disposto l’immediato trasferimento nel Centro specializzato siciliano. Pugliese, se riuscirà a cavarsela, lo dovrà al fatto d’essersi trovato all’esterno del container dal quale l’inferno si è sprigionato. Una sorta di trappola in cui, purtroppo, è rimasto bloccato Marinica Bostinaru, celibe e da circa dieci anni residente a Soriano con un fratello e una sorella. La potente detonazione, infatti, ha dilaniato il corpo dell’operaio i cui poveri resti sono stati ritrovati sparsi tutti intorno. Su disposizione del magistrato di turno – il sostituto procuratore Michele Sirgiovanni – la salma si trova all’obitorio dello Jazzolino in attesa dell’autopsia. Da una prima ricostruzione dei fatti – sul posto i carabinieri delle Stazioni di Soriano e Vazzano e della Compagnia di Serra San Bruno e i vigili del fuoco del Comando provinciale e del distaccamento di Serra – l’esplosione madre sarebbe avvenuta dentro il container in cui si trovava Marinica Bostinaru. A causa della presenza di materiali altamente pericolosi, la struttura-deposito si è praticamente trasformata in una sorta di grossa bomba che una volta deflagrata ha provocato il drammatico effetto domino potenziato, appunto, dallo scoppio di una bombola di gas. Soltanto dopo diverse ore di lavoro da parte dei vigili del fuoco – tre gli automezzi intervenuti e quindici uomini –e dopo che la zona era stata messa in sicurezza, i soccorritori sono riusciti a localizzare e recuperare il corpo della vittima. Un lavoro pietoso considerato che i resti dell’operaio sono stati rinvenuti sia nel container, sia tutt’intorno. Al contempo il maresciallo Barbaro Sciacca, comandante della Stazione di Soriano, i suoi uomini e i militari della Stazione di Vazzano e della Compagnia di Serra intervenuti hanno proceduto, oltre al sequestro dell’area anche a quello di materiale ritenuto utile per meglio chiarire le modalità e le cause della potente deflagrazione nel container, anche se l’ipotesi investigativa è che si sia trattato di una drammatica causalità. Acquisite anche le immagini registrate dalle telecamere del servizio di video-sorveglianza.