Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 06 Maggio 2025

Nel mirino i pescatori di “neonata”

 Torna la stagione della neonata e puntuale riesplode il braccio di ferro tra forze dell’ordine e marinai. La legge dello Stato contro la legge del bisogno. La necessità di tutelare il mare contro la necessità di non soccombere alla fame. Due facce della stessa medaglia che nella mattinata di ieri si sono ancora una volta rese protagoniste di una brutta pagina di cronaca con due marinai, Salvatore Di Capua e Filippo Saffioti, tratti in arresto per violenza e resistenza, nonché per rifiuto di obbedienza a navi da guerra. Entrambi usciti malconci dai momenti di tensione, sono stati affidati alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale di Tropea, prima di finire ai domiciliari. Una mattinata decisamente movimentata che ha trasformato l’arenile di Nicotera Marina e l’antistante specchio d’acqua in teatro di un’operazione congiunta Capitanerie di porto-Guardia di Finanza-Carabinieri. Per i pescatori sorpresi a mare non c’è stata nessuna possibilità di sottrarsi ai controlli. L’operazione scatta poco prima delle 8. Improvvisamente, sulle barche impegnate nella pesca lungo il litorale piombano motovedette e gommoni delle Capitanerie di porto di Gioia Tauro e Vibo Marina, nonché della Guardia di Finanza, mentre un elicottero comincia a volteggiare in cielo e a seguire ogni minimo spostamento dei marinai. Le barche provano a guadagnare la riva, ma sulla spiaggia ad aspettare ci sono militari dappertutto. Un dispiegamento di forze senza precedenti forse nell’intento di rinnovare ai pescatori un messaggio forte e chiaro: la pesca del novellame è vietata e, quindi, non può essere praticata. Eppure a Nicotera Marina tante famiglie vivono solo di pesca. Un mestiere tramandato di generazione in generazione e che i giovani continuano a portare avanti anche perchè, a guardarsi attorno, non c’è proprio di che vivere. Tutti hanno moglie e figli da mantenere e «per loro qualcosa a casa – dicono – la dobbiamo portare tutti i giorni». Si sentono accerchiati, avviliti, abbandonati. «Rubiamo al mare – confessano – perchè non vogliamo e non sappiamo rubare a terra». Rimasti senza rete, per loro il futuro diventa ancora più buio. 

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