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Clan Patania, il gup dispone 14 rinvii a giudizio

 Si divide in due tronconi il processo scaturito dall’operazione “Romanzo criminale”, inchiesta di carabinieri di Vibo e Dda di Catanzaro che nel marzo 2014 anno assestò il colpo finale al clan Patania di Stefanaconi. Dei ventitrè indagati, complessivamente coinvolti, quattordici seguiranno il rito ordinario, mentre altre sette hanno chiesto l’abbreviato. Intanto ieri sono stati rinviati a giudizio dal gup distrettuale di Catanzaro Assunta Maiore, che ha fissato l’inizio del processo per il prossimo 8 giugno nell’aula bunker del nuovo palazzo di giustizia vibonese. In particolare andranno sotto processo Giuseppina Iacopetta, 61 anni (ritenuta il vertice della cosca dopo l’uccisione durante la faida con i Piscopisani del marito, il boss di Stefanaconi Nato Patania) ed i figli: Nazzareno Patania, di 42 anni; Saverio Patania di 39; Salvatore Patania, di 37; Giuseppe Patania di 35 e Bruno Patania, di 40 (ex assessore al Comune di Gerocarne). Inoltre mandati sotto processo dal gup distrettuale anche Andrea Nicola Patania, 25 anni di Sant’Onofrio; Cosimo Francesco Caglioti, 27, di Sant’Angelo di Gerocarne e la sorella, nonché moglie di Nazzareno Patania, Caterina Caglioti, di 33; Nicola Figliuzzi, di 25 di Pizzoni; Cristian Loielo, di 25 di Sant’Angelo di Gerocarne; Alessandro Bartalotta (alias Cerza), 24 anni di Stefanaconi; Francesco Lo Preiato (alias ‘o killer), di 29 di San Gregorio d’Ippona e l’ex maresciallo Sebastiano Cannizzaro, 60 anni, per diversi anni alla guida della Stazione carabinieri di Sant’Onofrio. Nei confronti degli imputati i reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione mafiosa alle estorsioni, usura, danneggiamento, detenzione di armi, possesso di segni distintivi contraffatti e favoreggiamento. Reati tutti aggravati dalle modalità mafiose. Diversa invece la posizione di Cannizzaro nei confronti del quale la contestazione mossa è di concorso esterno in associazione mafiosa, omissioni e abuso d’ufficio. Secondo quanto sostenuto dall’accusa – rappresentata dal sostituto procuratore della Dda Camillo Falvo – Cannizzaro avrebbe agevolato la cosca Patania. L’ex maresciallo – che nel febbraio dello scorso anno è stato radiato dall’Arma – nei giorni scorsi ha lasciato il carcere di Santa Maria Capua a Vetere dove si trovava da circa un anno, in seguito al blitz della Dda, essendo venute meno le esigenze cautelari.

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