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Assassinato con 7 colpi di pistola in un campo di località S. Anna

A mezzogiorno era tutto finito. I necrofori hanno portato via il cadavere di Fiore Gentile, 54 anni, crivellato di colpi di pistola nella parte alta del corpo. Gli investigatori sono risaliti nelle auto che si sono allontanate alla svelta. Via tutti. Sono rimaste le zolle inzuppate del sangue del 54enne trovato cadavere ieri mattina alle 8,30 da due agricoltori davanti al rudere d’un casolare, mentre si stavano recando al lavoro nei campi in località Sant’Anna. Il corpo di Gentile era riverso con la faccia in giù, sulla nuda terra, le braccia contorte come nel gesto di trascinarsi verso quel rudere, forse per cercare riparo da chi gli sparava addosso. La vecchia casa, una delle tante dell’Opera Sila abbandonate, è a cinquanta metri in una traversa della strada che a distanza corre parallela alla pista dell’Aeroporto. Non ci passa mai nessuno su quella fettuccia di asfalto ormai ridotto a pezzi. Puoi incontarci, ma di giorno, qualcuno che si reca nel capannone di una ditta che non lavora più da anni. Un luogo senza luce né abitazioni nel raggio di un paio di chilometri. È venuto a morire qui, Fiore Gentile. Sicuramente l’hanno attirato con l’inganno: non è questo luogo da venirci a passeggio. Né era uomo, il cinquantaquattrenne, da sottovalutare il pericolo. Con arresti e processi, ed anni di carcere alle spalle, sapeva regolarsi. Dev’essersi fidato, a torto, di qualcuno. E ci ha rimesso la pelle. I due agricoltori ieri mattina hanno avvisato i carabinieri, che sono intervenuti sul posto coordinati dal pubblico ministero di turno Gabriella De Lucia e dal sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia Domenico Guarascio. Nel giro di pochi minuti intorno a quel corpo immobile a faccia in giù c’erano, assieme ai magistrati, i migliori investigatori della provincia: il comandante del Reparto operativo dei carabinieri di Crotone maggiore Domenico Menna con il suo “vice” capitano Valerio Palmieri, il comandante della Compagnia carabinieri maggiore Antonio Mancini, che procedono nelle indagini, il capo della Squadra mobile della PS dott. Giovanni Cuciti con i suoi uomini, una pattuglia della Guardia di finanza. I rilievi sono stati condotti dai militari insieme con il medico legale dott. Massimo Rizzo. Sul posto, il medico ha eseguito un primo esame esterno sul cadavere di Fiore Gentile. La rigidità del corpo testimoniava che la morte risaliva a 12 ore prima: il 54enne è stato dunque ucciso intorno alle 20,30 di venerdi. Sono stati 7 i colpi di pistola di grosso calibro che hanno raggiunto l’uomo, freddandolo all’istante: è stato colpito alla testa, alla nuca, e al torace. Prima di girare il corpo sulla schiena, è stato posto un sacchetto di carta sulla testa per proteggerla dalla terra, in previsione dell’autopsia. Alle 11,20, accompagnata da un fuoristrada dei carabinieri è giunta sul posto una giovane donna, probabilmente per il riconoscimento del corpo. Molto provata, è stata riaccompagnata subito dopo con la stessa auto. Intanto, altre auto, sempre più numerose arrivavano da un lato e dall’altro della lunga strada che collega la 106 al mare, tagliando l’altipiano di Isola Capo Rizzuto. Irremovibili, le pattuglie dei carabinieri a distanza di sicurezza non hanno lasciato avvicinare nessuno. Fiore Gentile era persona molto conosciuta a Isola Capo Rizzuto, anche dagli investigatori. Domani si sarebbe dovuto presentare in Corte d’Assise d’Appello a Catanzaro, insieme con il 34enne Fabrizio Arena, perché la Corte di Cassazione lo scorso 21 gennaio ha annullato con rinvio l’assoluzione del primo e l’ergastolo inflitto al secondo dalla stessa Corte d’Appello per l’omicidio di Pasquale Nicoscia, 44 anni, ucciso a colpi di pistola davanti a casa sua a Isola Capo Rizzuto l’11 dicembre del 2004.

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