Catanzaro, Crotone, Vibo

Domenica 24 Novembre 2024

Sedicenne ucciso
dopo una lite al bar

Una lite banale, scoppiata per motivi stupidi - forse una parola o uno sguardo di troppo - ed un ragazzo che avrebbe compiuto 16 anni tra nove giorni, resta riverso sul selciato con due ferite mortali provocate dal coltello brandito da un trentunenne fermato poco dopo ed altri due riportano lievi lesioni. Teatro della tragedia una piazzetta di Isola Capo Rizzuto, piccolo centro del crotonese.Se, davanti ad un bar-sala giochi, il Romania Style, solitamente frequentato da cittadini dell'Est europeo.
A perdere la vita è stato Maycol Catizone, studente di scuola media, una famiglia normale e tranquilla alle spalle, che ieri, insieme ad amici di poco più grandi - 23 e 20 anni - era nel bar per trascorrere la serata. Quale sia stata la scintilla ancora non è chiaro. Ma sicuramente per i carabinieri non era niente di serio. Fatto sta che i giovani sono "entrati in contatto" con un trentunenne, Carmine Pullano, disoccupato, già noto alle forze dell'ordine. Uno sguardo di troppo, o forse una parola, e la tensione è andata crescendo. Prima uno scambio di insulti, poi le spinte ed infine le botte, anche con stecche da biliardo. Al culmine è comparso un coltello brandito, secondo l'accusa, da Pullano. Un giovane ha rimediato subito una ferita da taglio ma questo non è servito a placare gli animi.
Lo scontro si è poi spostato all'esterno. Qui il coltello è tornato a roteare ferendo un altro giovane ma, soprattutto, infliggendo due ferite mortali a Maycol Catizone, una al petto ed una al fianco. Inutili sono stati i soccorsi. Il sedicenne è morto durante il tragitto verso l'ospedale.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Isola Capo Rizzuto, della Compagnia di Crotone e del Comando provinciale.
Chi era presente è stato subito sentito, ma l'identificazione dell'autore dell'omicidio è giunta grazie al sistema di videosorveglianza del bar. Nelle immagini non c'è il ferimento ma si vede un uomo che brandisce il coltello e poi fugge. E in quell'uomo i carabinieri hanno riconosciuto Pullano, a loro già noto per essere stato denunciato in passato anche per il possesso di un coltello. Un riconoscimento cui ha fatto seguito anche quello ad opera degli amici di Maycol.
Immediatamente sono scattate le ricerche. I carabinieri hanno perquisito una serie di luoghi e abitazioni riconducibili alla famiglia di Pullano ed alla fine i loro sforzi sono stati premiati. L'hanno trovato nascosto sotto una pila di materassi in un appartamento usato solo d'estate dalla madre. Dopo avere sfondato la porta, i carabinieri, con le luci delle loro torce, hanno notato una mano spuntare dalla pila e hanno bloccato il trentunenne. L'uomo prima ha cercato di negare e poi si è quasi giustificato. "Non volevo ammazzare nessuno, con quel coltellino non capisco come sia stato possibile", avrebbe detto. Quindi ha fornito una sua versione dei fatti che gli investigatori - ancora alla ricerca del coltello - confronteranno con quella delle vittime per cercare di risalire al motivo della lite. Che per i carabinieri resta classificato come "futili motivi".
Futili nell'origine, ma drammatici nello sviluppo. (ANSA)
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