Si chiudeva nella stanza di un hotel per una o due ore con una bella ragazza straniera. Niente di strano. Ma lui era Vincenzino Iannazzo, conosciuto come “Moretto” nel suo quartiere, quello di Sambiase, zona Ovest di Lamezia Terme. Nel 2008 il presunto boss aveva 54 anni. Di giorno andava all’Aerhotel Phelipe, nel quartiere di Sant’Eufemia, zona sotto il suo controllo. L’albergo è di Salvatore Mazzei, imprenditore edile della zona che ha avuto diversi problemi con la giustizia per la sua cava d’inerti. Iannazzo per circa tre mesi prendeva le chiavi di una camera anche tre volte a settimana. Sempre accompagnato dalla stessa straniera. Ma non pagava mai il conto. Come fosse un suo diritto. Anche perchè né il proprietario dell’hotel, né sua figlia che lo gestisce. gli chiedevano qualcosa. «Avevo timore», spiega Mazzei agli inquirenti dopo un paio d’anni, quando ha deciso di collaborare con la giustizia. Salvatore Mazzei a Natale, Pasqua e Ferragosto non perdeva occasione di andare dal “Moretto” a fargli un bel regalo, da 2 a 5 mila euro. In contanti, ovviamente. Meglio non lasciare traccia. E quando qualcuno degli Iannazzo mandava uno sgherro a prelevare sabbia o calcestruzzo alla cava di San Sidero, nessuno gli chiedeva mai il conto. Da quando nel lontano ‘90 Vincenzino Iannazzo andò da Mazzei e gli disse di smetterla di pagare il pizzo agli Andricciola, perchè da quel momento l’avrebbe protetto lui.
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