
Convalida dell’arresto e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma. È questa la decisione del giudice monocratico del Tribunale del capoluogo, Carmela Tedesco (cancelliere Vitaliana Di Lieto), nei confronti delle quattro persone arrestate, a vario titolo, nelle scorse ore dai carabinieri per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate. Si tratta di Alessandro Galzarano, 56 anni, uscito dal carcere solo due giorni fa dopo sette anni di reclusione (difeso dall’avvocato Ottavio Porto); Domenico e Antonio Bevilacqua, padre e figlio, rispettivamente di 54 e 19 anni, e Paola Passalacqua, 36 anni (tutti difesi dall’avvocato Alessandro Guerriero). Tutti e quattro hanno deciso di rispondere alle domande del giudice negando ogni addebito. Se Galzarano ha ammesso che al momento dei fatti era ubriaco (fatto che sarebbe stato confermato dai carabinieri) e non ricorda assolutamente nulla di quello che è successo, gli altri tre invece hanno dichiarato che sarebbero stati provocati e si sarebbero difesi da un’aggressione subì- ta. Al punto che ci sarebbero testimoni che proverebbero la tesi degli arrestati oltre a una donna incinta che sarebbe stata aggredita e che si sarebbe recata al pronto soccorso dell’ospedale “P ugliese” per farsi refertare. Subito dopo le dichiarazioni degli arrestati, il pubblico ministero d’udienza, Domenico Antonio Stillo, ha chiesto per tutti la convalida dell’arresto e la misura cautelare degli arresti domiciliari. A queste richieste si sono opposti i legali dei quattro arrestati sostenendo non solo che non ci fossero gli estremi per convalidare l’a rresto ma anche che la misura cautelare chiesta dall’a ccusa era eccessiva rispetto ai fatti contestati. Il giudice, al termine della camera di consiglio, ha deciso di convalidare l’arresto e di accogliere le tesi difensive applicando per tutti e quattro gli arrestati l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per la firma. A quel punto gli avvocati hanno chiesto un periodo di tempo per preparare la difesa dei loro assistiti (termini a difesa) e il processo è stato rinviato al 20 luglio. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, tutto è nato durante un semplice controllo a un sorvegliato speciale nel quartiere Aranceto. A un certo punto Alessandro Galzarano, che sarebbe stato ubriaco, mentre tornava a casa, avrebbe iniziato a offendere e minacciare i due militari che stavano effettuando il controllo. Galzarano, secondo quanto riporta il capo d’imputazione, avrebbe anche percosso un brigadiere con degli schiaffi diretti al braccio destro. Accerchiati in breve tempo, i due carabinieri sarebbero stati costretti ad allontanarsi ma sono ritornati poco dopo supportati da militari giunti anche dalle Compagnie limitrofe e, nonostante fossero stati accerchiati da numerose persone d'etnia rom e dal fatto che dai palazzi adiacenti venissero lanciate nei confronti dei carabinieri patate e limoni, sono riusciti a portare a termine l'operazione. I due carabinieri feriti hanno riportato lesioni guaribili in tre giorni. Espletate le formalità di rito, gli arrestati erano stati posti temporaneamente agli arresti domiciliari, come da disposizione del sostituto procuratore della Repubblica di turno, Gerardo Dominijanni, in attesa dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria. Dopo l’udienza di ieri davanti al giudice Carmela tedesco, i quattro sono stati scarcerati e dovranno solo presentarsi alla polizia giudiziaria come prescritto dal giudice.
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