Confisca di beni per un valore che gli uomini del centro operativo della Dia di Roma stimano intorno ai cinque milioni di ero, ma anche dissequestri importanti come il bar Caffè Fiume di Roma, appartamenti sull’Appia Antica e una società operante nel settore dell’edilizia con sede nella capitale. Cosi come sono state restituite ai legittimi proprietari una serie di autovetture che inizialmente erano finite sotto chiave. Il provvedimento, che recepisce solo in parte la proposta della Dia, è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Vibo Valentia e vede al centro di tutta la vicenda Saverio Razionale, 54 anni (difeso dagli avvocati Anselmo Torchia e Francesco Stilo) attualmente detenuto nel carcere di Melfi dove sta scontando una condanna definitiva per associazione mafiosa dopo essere stato coinvolto nell’operazione denominata Rima, portata a termine dalla della Dda di Catanzaro contro il clan Fiarè-Gasparro. Per quella vicenda Razionale, che gli inquirenti indicano come una delle figure apicali della cosca operante sul territorio di San Gregorio d’Ippona, con particolari ramificazioni nella capitale, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi di carcere. Razionale è ritenuto un personaggio di elevato spessore criminale e indicato quale referente strategico per tutte le attività dell’organizzazione. Le indagini, tuttavia, hanno permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza a suo carico che l’hanno visto negli anni gestore, per conto della ‘ndrangheta, di società romane del settore edilizio, operanti nel campo degli appalti, anche pubblici, intestate fittiziamente a prestanomi ritenuti compiacenti, in concorso con altri personaggi calabresi ma domiciliati a Roma, tutti denunciati. Il Tribunale di Vibo (presidente Anna Rombolà, a latere Giuseppe Cardona e Graziamaria Monaco in qualità di giudice relatore) nel provvedimento di confisca, rilevando l’alta pericolosità sociale di Razionale, gli ha inflitto la misura di prevenzione personale della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per tre anni nel luogo di residenza. Tra i beni che rientrano nel provvedimento di confisca figurano una villa in località Brace di Briatico, alcuni immobili ubicati a Roma, tre autovetture e tra queste una Porche e la società Edil Consul Service srl. Disposta pure la confisca di tutti i conti correnti, carte di credito, titoli bancari e postali intestati a Saverio Razionale e ai suoi familiari. Nello specifico, invece il Tribunale ha ritenuto di disporre il dissequestro della società bar Caffè Fiume di Roma, riconoscendo la legittima proprietà, per come sostenuto dall’avvocato Giovambattista Puteri nelle sue memorie, di Luna Currà, Valeria Currà e Francesca Primerano. Lo stesso collegio ha, inoltre, dissequestrato un’autosalone ubicato a San Gregorio d’Ippona e ben ventisei autovetture che erano state poste sotto chiave perché intestate a persone ritenute prestanome di Saverio Razionale. Dissequestrata, inoltre, la ditta individuale Gisa Costruzioni di Francolino Maria Grazia. L’impresa, secondo la tesi accusatoria, avrebbe operato sotto il controllo di Saverio Razionale perché lo stesso tramite una società di servizi avrebbe fornito della manodopera per il completamento del cantiere “Sport 2000” , aperto in occasione dei mondiali di nuoto a Roma. In questo caso l’avvocato Vincenzo Belvedere è riuscito a dimostrare che la società è totalmente estranea ai fatti contestati e che l’utilizzo del personale fornito da una società ritenuta vicina a Razionale, è avvenuto solo in un’occasione e in un periodo in cui vi erano delle particolari esigenze di lavoro. Il provvedimento di confisca è stato eseguito ieri dalla uomini della Dia di Roma in collaborazione con la sezione operativa Dia di Catanzaro