Un dubbio che viene sciolto. Un dubbio che apre, però, nuovi scenari. Il Comune aveva chiamato l’Anticorruzione a dirimere la questione capitolato-progetto. E l’Anac si è espressa. Il punto sembra essere uno: la ditta aveva chiaramente detto in tutte le fasi che avrebbe operato «nei limiti previsti dal progetto-offerta» e, quindi, per il presidente Cantone, «in ordine all’interpretazione del contratto secondo buona fede», per come si legge nel parere, si ritiene che «la volontà dell’aggiudicatario è stata manifestata chiaramente fin dalla partecipazione alla gara d’appalto e accettata dalle parti» e pertanto, conclude «tale volontà non appare contestabile nella fase attuativa del contratto». Poche parole, insomma. Perchè il parere inviato lo scorso 13 ottobre al sindaco (finora rimasto top secret) è nella documentazione che trova le risposte: nella dichiarazione della ditta nella domanda di partecipazione e nel contratto. In entrambi i casi la ProgettAmbiente ha chiarito il suo “modus operandi”. Ergo, una questione che, però, rimanda all’aggiudicazione. E la domanda è: perchè l’appalto è stato affidato ad una ditta che affermava che non si sarebbe attenuta al capitolato? E perchè solo a distanza di mesi il Comune ha contestato quanto aveva accettato? Interrogativi che, da tempo, restano su carta. Così come resta la domanda sul fatto che dall’aggiudicazione (9 giugno) alla firma del contratto (23 ottobre) di tempo ne è trascorso. Abbastanza per interrogarsi su quella discrepanza capitolato-progetto che oggi ha portato alla rescissione del contratto, per cui il sindaco non ha neanche aspettato l’arrivo del parere che, di fatto, apre nuovi scenari.