Nessuna segregazione ma una vendetta nei confronti dei due uomini. È questa la motivazione per la quale il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Perri (lo stesso che aveva applicato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere) ha scarcerato i due uomini arrestati una settimana fa dagli agenti della Squadra Mobile del capoluogo e accusati, a vario titolo, di sequestro di persona, violenza sessuale e riduzione in schiavitù ai danni di una giovane donna. Si tratta di Simone Bevilacqua, 35 anni (difeso dall’avvocato Alessandro Guerriero), e del cugino Franco Bevilacqua, 40 (assistito dall’avvocato Nicola Tavano), entrambi residenti nella zona sud della città.
Sono stati proprio i due avvocati, all’indomani dell’arresto dei loro clienti a effettuare approfondite indagini difensive che hanno fatto emergere uno spaccato di vita completamente diverso da quello prospettato dalla presunta vittima e che era alla base della decisione del giudice di arrestare i due uomini.
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