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In coma dopo parto,
i giudici si riservano decisione

In coma dopo parto,i giudici si riservano decisione

Si è riservato la decisione il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Perri sulla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura e di supplemento d’indagine avanzata invece dal marito della sfortunata Caterina Viscomi, la donna finita in coma a seguito del parto cesareo e con cui ha dato alla luce un bel bambino.
La tragedia si è consumata il 6 maggio del 2014 nel reparto di Ostetricia e Ginecologia del Pugliese. Dopo la denuncia dei familiari e le successive indagini, lo scorso maggio la Procura ha concluso rilevando la responsabilità di quanto accaduto esclusivamente a carico dell’anestesista, che però nel frattempo è deceduta. Per questo secondo la Procura, come richiesto formalmente al gip, l’inchiesta andrebbe archiviata per estinzione del reato (articolo 150 del Codice penale).
Ma la famiglia della vittima non ci sta. E tramite l’avvocato Giuseppe Incardona, del Foro di Palermo, legale del marito Paolo Lagonia, ha presentato formalmente opposizione «anche in considerazione dei nuovi elementi indicati, dai quali emerge ictu oculi che la responsabilità penale per le gravi e irreversibili condizioni in cui giace la dott.ssa Caterina Viscomi non può e non deve essere attribuita esclusivamente all’anestesista, ma deve essere estesa anche a coloro che, insieme a lei, hanno condotto l’atto medico con evidenti e gravi profili di colpa». La riserva del giudice sarà sciolta nei prossimi giorni.

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