Lo ha deciso il giudice di pace lametino che ha dichiarato l’illegittimità dell’operato della società in house del Comune di Lamezia Terme. Tutto ha inizio nel maggio del 2015, in piena campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale, quando il presidente regionale dell’Associazione consumatori utenti Calabria, avvocato Sergio Tomaino, denunciò pubblicamente la scorretta pratica adottata dalla Multiservizi di riscuotere i canoni dell’acqua potabile mediante le cartelle esattoriali di Equitalia. Tomaino presentò anche ricorso al giudice di pace contro una cartella esattoriale inviata da Equitalia a una cittadina. Oggi, nell’accogliere il ricorso, il giudice di pace ha motivato la sua decisione evidenziando che la Lamezia Multiservizi ha agito nei confronti del cittadino senza precostituirsi un valido e legittimo titolo esecutivo aggiungendo che la procedura di riscossione avviata da Equitalia Sud non è corretta perché la creditrice - Lamezia Multiservizi - è una società per azioni e quindi un soggetto privato. “E’ una grande vittoria sul piano della legalità e del rispetto dei diritti del contribuente - sostiene l’avv. Tomaino – sono preoccupato in quanto risulterebbero emesse migliaia di cartelle esattoriali simili, su richiesta della Lamezia Multiservizi, per cui tanti cittadini sono stati costretti a pagare e rateizzare il pagamento corrispondendo ad Equitalia Sud somme non dovute”.
Da qui l’appello dell’Acu alla Multiservizi affinchè “riferisca pubblicamente quante cartelle esattoriali illegittime sono state emesse”, provvedendo immediatamente a farle annullare d’ufficio e a richiamarle, sostenendo anche il rimborso in favore dei cittadini che hanno corrisposto ad Equitalia Sud somme non dovute.
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