Catanzaro, Crotone, Vibo

Martedì 30 Aprile 2024

Troppe frane, sindaco
minaccia dimissioni

Il maltempo causanumerose frane

Il sindaco di Petilia Policastro, Amedeo Nicolazzi, minaccia di lasciare il suo incarico perchè non ha ricevuto gli aiuti promessi per far fronte al risanamento idrogeologico del suo comune. Il territorio di Petilia Policastro, nel crotonese, è devastato da oltre 30 frane che hanno portato all'evacuazione di 100 persone dalle abitazioni. Da un anno il Comune attende i finanziamenti, per 5 milioni di euro, per i progetti di risanamento idrogeologico.

L'anno scorso a Petilia Policastro è crollata una palazzina e solamente per un caso fortuito non ci sono state vittime. "Le istituzioni - afferma Nicolazzi - ci hanno abbandonato. Per diversi mesi ci hanno promesso i fondi per il risanamento e ad oggi nessuno ci aiutato. Se la situazione continua in questo modo sono pronto a lasciare il mio incarico perché non voglio avere morti sulla mia coscienza". Nei mesi scorsi il primo cittadino del comune crotonese ha emesso diverse ordinanze di sgombero, alcune delle quali hanno riguardato anche attività produttive. "Meno male - ha aggiunto - che non piove da cinque mesi. Ma con l'arrivo delle piogge temo che ci saranno ulteriori danni. La situazione nel nostro comune è davvero tragica. Italia Sicura e la Regione Calabria si erano impegnate ad aiutarci ma ad oggi non siamo riusciti a concretizzare nulla. Come Comune abbiamo preparato i progetti, li abbiamo presentati ma ad oggi nessuno che provvede a finanziarli. E pensare che si tratta, per la gran parte, di opere per la raccolta delle acque". Per far fronte agli interventi più urgenti il Comune di Petilia Policastro ha già anticipato delle somme. "Con il bilancio comunale - conclude il primo cittadino - non possiamo certo pensare di risanare il territorio. E' per questo motivo che abbiamo chiesto aiuto senza ottenere risultato. In queste condizioni si vive in perfetta solitudine con il rischio di danni che possono arrivare da un momento all'altro. Qualcuno raccolga il nostro grido di allarme".

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