"In mano abbiamo solo carta straccia. Un decreto provvisorio dell'agosto scorso senza impegno di spesa. E la colpa è della burocrazia, non della politica". Così il sindaco di Petilia Policastro Amedeo Nicolazzi, replica alla protezione civile calabrese sugli interventi per le frane che stanno devastando il comune. Una situazione che ieri lo aveva portato a minacciare le dimissioni in caso di mancato intervento. "Sul documento, infatti - aggiunge - manca la firma".
"Per nominare i periti - ha aggiunto Nicolazzi - ho dovuto raschiare i fondi di bilancio. Il presidente della Regione Mario Oliverio il suo dovere lo ha fatto e lo ringrazio per questo. E lo invito a venire a Petilia. Ma la burocrazia ha bloccato tutto". "Sono state fatte due delibere da 400 mila euro - ha detto Nicolazzi - per un intervento localizzato in una frazione e per una strada provinciale, ma entrambe senza impegno di spesa e quindi di fatto si parla di denaro virtuale".
"La protezione civile regionale ha parlato di costruzioni abusive a Petilia Policastro. E allora cosa vogliamo fare, demolire tutto il paese insieme a mezza Italia? Io non me ne lavo le mani". A dirlo è stato il sindaco di Petilia Policastro Amedeo Nicolazzi, replicando alla protezione civile regionale che ieri aveva evidenziato come diverse abitazioni coinvolte da frane nel comune del crotonese fossero abusive. "Sono sindaco da due anni e mezzo - ha detto Nicolazzi - e questa è la situazione che ho ereditato, ma non intendo lavarmene le mani. Sto difendendo la mia comunità perché non voglio cadaveri. L'abusivismo è un problema nazionale e non posso essere lasciato solo con responsabilità così grandi. E poi cosa facciamo, puniamo i proprietari di case regolari perché alcune sono abusive? Il dirigente della protezione civile regionale dovrebbe essere più prudente prima di dire che le mi dichiarazioni sono 'inopportune'".
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