Operazione della Squadra Mobile di Catanzaro, per eseguire un provvedimento restrittivo emesso dal Gip Distrettuale, su richiesta della locale Dda. Alle prime ore di stamani, hanno arrestato a Lamezia Terme due esponenti di spicco delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Da Ponte. Si tratta di Bruno e Alfredo Gagliardi, rispettivamente di 42 e 38 anni, ritenuti responsabili dell’omicidio avvenuto nel mese di luglio 2003, nei pressi di un noto locale notturno di Falerna Marina, di Vincenzo Torcasio e del contestuale tentato omicidio di Vincenzo Curcio, esponenti delle cosche all’epoca contrapposte.
Le indagini svolte hanno consentito di ricostruire il fatto di sangue nella sua totalità, portando alla luce tutti i particolari, dalla fase di condanna a morte della vittima all’esecuzione dell’omicidio.
I particolari dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà oggi alle ore 11 al polifunzionale della Polizia di Stato a Catanzaro.
L'OMICIDIO TORCASIO
Il fatto di sangue è stato puntualmente delineato, in ogni suo particolare, avendo gli inquirenti raccolto le dichiarazioni di Gennaro Pulice, divenuto collaboratore di giustizia successivamente all’esecuzione, nello scorso maggio, dell’operazione Andromeda, che ha reso informazioni sugli anni trascorsi al servizio dei clan lametini. Le dichiarazioni, auto ed eteroaccusatorie, di Pulice hanno aggiunto un tassello ulteriore alle pregresse evenienze d’indagine che già nell’ambito dell’operazione Androneda avevano consentito l’arresto, per i fatti in questione, di Gennaro Pulice e Angelo Anzalone, permettendo agli investigatori di ricostruire le responsabilità dei suoi complici nell’azione omicidiaria, individuati nei fratelli Gagliardi. L’odierno provvedimento cautelare, raccogliendo l’insieme dei dati investigativi, ricostruisce il citato evento omicidiario riconoscendo la responsabilità di Pulice quale killer, che si avvaleva della preziosa collaborazione di Bruno Gagliardi, che aveva studiato le abitudini della vittima pianificandone l’agguato e del fratello Alfredo, cui toccò il compito di fare da “specchietto” ai correi avvisandoli della presenza della vittima nel locale. L’omicidio di Vincenzo Torcasio fu l’ennesimo delitto che insanguinò Lamezia Terme e il suo circondario in quegli anni, elemento della strategia di sangue che le cosche federate Iannazzo e Cannizzaro-Da Ponte stavano conducendo attraverso l’eliminazione dei componenti al vertice dell’avversa compagine dei Torcasio. La serie di omicidi programmata, nell’intenzione dei suoi ideatori doveva vendicare l’uccisione del vecchio capo cosca Giuseppe Cannizzaro, ammazzato a Lamezia Terme nel 1998, della cui morte l’omonima famiglia di mafia riteneva colpevole il clan Torcasio. Il contesto criminale in cui era maturato l’omicidio di Vincenzo Torcasio costituiva quindi la prosecuzione di un programma criminoso che aveva avuto la sua massima espressione nell’uccisione di Nino Torcasio da parte di Francesco Cannizzaro, risalente al marzo 2002 e nel contestuale tentativo di eliminare l’intera famiglia dei Torcasio posizionando una bomba occultata in un pacco regalo all’interno della propria abitazione.
L’ordinanza custodiale è stata notificata a Bruno Gagliardi nel carcere di Terni mentre il fratello Alfredo è stato rintracciato nella propria abitazione.
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