Hanno chiesto di essere giudicate con rito abbreviato le 24 persone coinvolte nell'inchiesta sul parco eolico Wind Farm di Isola Capo Rizzuto, sul quale, secondo l'accusa, avrebbe messo le mani il clan Arena. La richiesta è giunta nel corso dell'udienza preliminare davanti al gup di Catanzaro che si è svolta stamani. Il processo con rito alternativo avrà inizio il prossimo 27 maggio. Gli imputati sono accusati di associazione per delinquere, abuso di ufficio, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e interposizione fittizia delle quote societarie. Secondo l'accusa, Pasquale Arena avrebbe realizzato il parco eolico, formalmente di proprietà della "Vent1 Capo Rizzuto srl", avvalendosi di una rete di società estere che sarebbero servite a nascondere il nome della famiglia Arena dietro l'affare del parco eolico tra i più grandi d'Europa. L'operazione avrebbe consentito al clan di Isola un immediato ritorno economico "consistente - é detto nel capo d'imputazione - nella corresponsione dei canoni di locazione dei terreni su cui insiste il parco, per lo più riconducibili alla famiglia Arena, nonché successivamente ulteriori vantaggi economici derivanti dall'assegnazione di gran parte dei lavori a imprese direttamente o indirettamente riconducibili alla famiglia". Tra gli imputati ci sono anche alcuni dirigenti della Regione che avrebbero dato parere favorevole riguardo la compatibilità ambientale del parco eolico "pur in assenza di istruttoria alcuna".