Vieni, ti faccio vedere l’azienda. I due amici di sempre s’infilano sul nuovo Suv e vagano per le stradine interpoderali in piena Piana di Lamezia. Davanti, verso il mare, c’è l’area industriale con i suoi scheletri del passato, accanto la Statale 18 trafficatissima e nelle vicinanze una frequentata stazione di rifornimento.
A guidare è Giuseppe Perugini, 65enne di Curinga, l’imprenditore che manda avanti l’azienda agricola. Accanto a lui Giuseppe Di Leo, 84 anni portati bene, di Taurianova. Forse l’autista si distrae un attimo mostrando al vecchio amico i suoi terreni, o forse gli prende un malore improvviso. Sta di fatto che mentre il fuoristrada passa su un piccolo ponte strettissimo e corto che taglia il torrentello La Grazia, una gomma va in fallo e l’auto precipita. Un volo di oltre quattro metri che è fatale per tutti e due.
L’auto si cappotta, i due anziani balzano dai sedili e vengono sommersi dall’acqua gelida del torrente che le ultime piogge hanno gonfiato. E quando un agricoltore del posto vede quel grosso Suv bianco sotto il ponte dà l’allarme. Ma è troppo tardi. Perugini e Di Leo sono senza vita.
Scattano i soccorsi per recuperare i cadaveri. Ma anche il fuoristrada che messo di traverso sbarra il corso d’acqua. Arriva la squadra antinfortuni dei vigili urbani lametini al comando del colonnello Aldo Rubino, carabinieri, polizia di Stato, ed i vigili del fuoco con i loro mezzi d’emergenza, tra cui un’autogru per tirare su il fuoristrada e il gruppo sommozzatori per immergersi nel torrente.
A coordinare le indagini è il sostituto procuratore Luigi Maffia che ha immediatamente disposto l’autopsia per l’accertare la causa della morte dell’autista. E capire con certezza se si è trattato di un malore che ha sopraffatto Giuseppe Perugini facendogli perdere il controllo del mezzo, fino a cadere giù dal pontino col suo più affezionato amico e collega imprenditore.
Molto probabilità s’è trattato di una tragica fatalità. Il terreno era viscido per le piogge di questi ultimi giorni, ma l’auto è concepita per lo sterrato. Ieri nella tarda mattinata c’era il sole sull’area industriale accompagnato da poche nuvole. E non si trattava sicuramente la prima volta che l’imprenditore si aggirava con l’auto tra i suoi poderi, a pochi chilometri dall’aeroporto lametino. Zona di confine tra il comune di Lamezia e quello di Curinga.
Una fatalità ancora tutta da chiarire quella che ieri ha scosso l’intera Piana lametina. A poche centinaia di metri dalla fabbrica dove tre anni fa morirono tre operai per lo scoppio improvviso di una turbina. Anche quella una tragica fatalità ancora tutta da chiarire.