Da trent’anni si manifestano sul corpo di una donna di Briatico, durante il periodo pasquale, i segni della crocifissione di Gesù Cristo.
Il nome della protagonista di questa storia è Domenica Galeano, di anni 66, casalinga, sposata e madre di tre figli, nonché nonna. La sua casa è una modesta ma dignitosa abitazione nel rione Baracconi, da cui si sente forte l’odore del mare e il vociare dei ragazzi del quartiere.
La sua vicenda, vissuta quasi in maniera intima e senza nessun desiderio di concedersi alla ribalta e ai lustrini della notorietà, è un lungo rosario di sacrifici, di preghiere a Dio e alla Madonna, di una croce sulla mano e dei grani del rosario sul polso attraverso rivoli di sangue che giorno dopo giorno durante la Settima Santa si fanno sempre più intensi. I segni dello straordinario e del mistero che sorprende e sbalordisce l’uomo, mai sui quali prima di ogni considerazione occorre attendere il giudizio attento e prudente della Chiesa.
La storia delle stimmate sul corpo di Domenica Galeano ha avuto inizio un pomeriggio di tanti anni fa, precisamente nel 1986, in questo stesso luogo baciato dal sole e dall’azzurro mare. «Mimma – ci racconta un suo vicino di casa – era seduta sui gradini della propria abitazione, intenta a ricamare, insieme ad altre donne, quando all’improvviso sul suo corpo incominciarono a manifestarsi i primi segni delle stimmate». È l’inizio di un cammino. Ma la vita di Domenica rimane sempre la stessa: il marito, i figli, le faccende domestiche e la chiesa dove va sempre a pregare.
Ieri pomeriggio, puntualmente, poco dopo le 14,30 e per circa trenta lunghi minuti la donna, come accade ormai da anni, ha vissuto in uno stato di totale abbandono simile alla morte. Momenti di profonda sofferenza uguali alla Passione del Signore, così come viene descritta dai testi delle sacre scritture. Accanto al suo letto in quel momento c’erano tutti i suoi familiari: il marito Nicola, i figli e i nipoti. Poco dopo è giunto anche un medico. Nella stessa stanza erano, inoltre, presenti numerose persone, soprattutto donne, intente a pregare e con gli occhi rivolti alle sacre immagini accoglienti appese alle pareti della camera da letto: il Crocefisso, la Vergine Maria, San Francesco di Paola e San Pio da Pietralcina. I segni di una religiosità che da questi parti viene vissuta da tutti con grande partecipazione.
Fuori c’era anche altra gente in attesa di entrare. Complessivamente circa duecento, tra pellegrini e curiosi, alcuni dei quali provenienti anche da Lamezia Terme, Filadelfia, Francavilla Angitola, Vibo Valentia, Tropea e Pizzo.
Al suo risveglio Domenica Galeano aveva il volto sofferente ma sereno, anzi a guardarla bene il suo sguardo lasciava trasparire un’intesa pace interiore. Trascorsa questa fase vissuta da tutti in profondo raccoglimento la gente si è messa quindi in fila per salutarla. Mimma, con le stimmate ben visibili, ha avuto per ognuno una parola di conforto, di pace e di speranza, poi a qualcuno ha anche sussurrato di aver visto durante i momenti critici del suo calvario un raggio di sole che brillava. Ha poi aggiunto, sempre con un filo di voce, che «bisogna finirla con le guerre nel mondo». Ad una giovane donna di Lamezia Terme con la voce ancora flebile ha pure raccomandato di portare i saluti alla sua mamma. Un segno dell’assoluta normalità con cui questa donna continua a vivere.
All’uscita dell’abitazione del rione Baracconi un uomo ha avuto per la signora Mimma parole di grande ammirazione: «È una donna umile e buona. Una creatura che Dio ha scelto, senza che lei lo volesse, per la conversione delle anime».
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