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Un cerchio attorno al sole
“illumina” il popolo di Natuzza

Un cerchio attorno al sole “illumina” il popolo di Natuzza

Oltre ventimila pellegrini hanno affollato ieri ogni angolo di Paravati in occasione della festa della Mamma e del ventinovesimo anniversario della nascita della fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, creata nel 1987 su ispirazione di Natuzza Evolo. Un fiume di gente proveniente da ogni angolo della penisola, con in testa la Calabria e la Sicilia, che sin dalle prime ore della mattinata si è riversato nella popolosa frazione del Comune di Mileto e in particolare sulla spianata della Villa della Gioia dove quanto prima sarà inaugurata la chiesa, per pregare davanti alla Madonna e alla tomba della sua messaggera Fortunata Evolo.

Un giornata di fede caratterizzata da due momenti particolari. La processione del Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime per le vie del paese alla presenza dei cenacoli e la solenne concelebrazione eucaristica all’aperto, che nella parte conclusiva ha registrato un fenomeno che sicuramente anche nei prossimi giorni farà molto discutere. La formazione di un vero e proprio cerchio intorno al sole che ha attirato l’attenzione di molti dei presenti in quel momento nella Villa della Gioia. Per alcuni, che hanno immortalato la suggestiva immagine sui loro telefonini, si è trattato di un vero proprio segno del cielo, per altri solo di un fenomeno ottico. Un fatto è certo: nel giro di pochi minuti le foto del cerchio intorno al sole hanno fatto il giro del web suscitando commenti di ogni genere.

Il momento centrale della giornata è stata l’omelia del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera Tropea monsignor Luigi Renzo il quale ha esordito sottolineando che «il tradizionale appuntamento per la festa della Mamma ci fa ricordare da una parte la nostra Mamma celeste, il Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, dall'altra mamma Natuzza, che resta cara nel cuore di ognuno di noi». Il presule si è, quindi, soffermato sul pericolo «di una religione staccata dalla vita», di «una preghiera vissuta come rifugio nell’intimismo della coscienza», di «una specie di fuga dal mondo, un devozionismo vuoto che lascia tutto come prima e non cambia nulla, una specie di misticismo deviante. Ci si rivolge a Dio – ha evidenziato il presule –- ma si dimentica la realtà, magari ci si comporta male anche con le persone. Il contatto e la contemplazione di Dio, così, non riscaldano il cuore; l'incontro di preghiera nel cenacolo non deve essere così; non deve ridursi ad un appuntamento settimanale a cui teniamo e che ricordiamo scrupolosamente, ma che poi non ci aiuta a vivere relazioni umane più belle e costruttive con tutti».

Ed in merito monsignor Luigi Renzo ha ricordato a tutti i presenti proprio l’esempio di mamma Natuzza che «non è stata mai staccata dalla vita. Lei – ha sottolineato il vescovo – è una vera mistica, una che dialoga con Dio, ascolta e risponde. Guarda in alto, cerca Dio, lo contempla per capire e vivere meglio la sua vita sulla terra, a contatto con le persone. Alla scuola di Gesù impara ad amare il prossimo, ad essere accogliente con tutti, a sacrificarsi per gli altri. La fede in Dio in altre parole non si può staccare dalla concretezza della vita di ogni giorno; la preghiera deve aiutarci a camminare sempre con Dio, per andare verso il prossimo. Si guarda in cielo per camminare più misericordiosi e spediti sulla terra. Questo è il vero «mistico. Così – ha detto il presule – è vissuta Natuzza». La celebrazione, che ha registrato anche gli interventi dei padri spirituali della mistica don Pasquale Barone e padre Michele Cordiano, si è conclusa con la supplica alla Beata Vergine del santo Rosario. Sono poi seguite per tutta la giornata le visite alla tomba di Natuzza in un clima di grande partecipazione.

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