Il casco da motociclista usato durante l'omicidio ed i dati dei tabulati telefonici sono alcuni degli elementi che hanno portato all'arresto di Cataldo De Luca, di 32 anni, accusato dell'omicidio di Nicodemo Aloe, compiuto a Cirò Marina il 24 maggio 2015. A De Luca i carabinieri hanno notificato un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, che ha accolto la richiesta del Procuratore della Repubblica Giuseppe Capoccia e del sostituto Alessandro Riello. I particolari delle indagini sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il comandante provinciale dei Carabinieri di Crotone, colonnello Salvatore Gagliano, e il Comandante della Compagnia di Cirò Marina, maggiore Fabio Falco. All'origine dell'omicidio, secondo gli investigatori, ci sarebbe stato un episodio avvenuto nel 2014 quando De Luca fu aggredito a bastonate da Aloe il quale, a sua volta, voleva vendicare l'aggressione subita dal figlio il giorno precedente. Dalle indagini dei carabinieri di Cirò Marina è emerso che l'autore dell'omicidio di Nicodemo Aloe, poche ore prima del delitto, avrebbe effettuato una serie di sopralluoghi a bordo di uno scooter rubato. De Luca, una volta rintracciato Aloe, avrebbe richiamato la sua attenzione e lo avrebbe ucciso sparandogli 8 colpi di pistola calibro 45. Gli investigatori, attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza, sono riusciti a individuare il mezzo utilizzato per compiere il delitto perché caratterizzato da particolari luci di colore blu. I sospetti si sono concentrati subito su De Luca il quale, dopo l'omicidio, si era allontanato dalla sua abitazione per recarsi a Bologna. I carabinieri, nel corso di una perquisizione, hanno trovato e sequestrato un casco da motociclista identico a quello ripreso dalle telecamere di videosorveglianza. Dagli accertamenti del Ris di Messina sul casco sono state trovate tracce di polvere da sparo. Dai tabulati del telefono cellulare di De Luca è emerso che l'uomo era sulla scena del delitto al momento dell'omicidio di Aloe. Gli elementi raccolti dai carabinieri hanno portato la Procura della Repubblica a chiedere ed ottenere dal Gip l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere.