A 17 giorni dalla scomparsa di Maria Chindamo, il vertice tra Procura di Vibo Valentia, Comando provinciale dell’Arma e Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria allarga il campo degli scenari sinora ipotizzati e, anche se il quadro investigativo resta più o meno lo stesso, balza all’attenzione il salto d’orizzonte nel lavoro degli inquirenti. Non solo indagini, ricerche e perquisizioni limitate al triangolo Limbadi-Rosarno-Laureana di Borrello, ma anche l’arricchimento del patrimonio di informazioni già a disposizione con l’entrata in campo della Dda reggina.
All’incontro tenutosi negli uffici della Procura di Vibo, oltre al procuratore Mario Spagnuolo, al colonnello Daniele Scardecchia, comandante provinciale dei Carabinieri, e al capitano Francesco Manzone responsabile della Compagnia di Tropea, ha preso parte, infatti, anche il sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Calogero Gaetano Paci.
La sua presenza, per certi versi, alimenta la sensazione di una svolta nelle indagini o, comunque, di un ampliamento del raggio d’azione che getta una luce diversa sul giallo di contrada Montalto. Con ogni probabilità, l’incontro in Procura è tornato utile per uno scambio di informazioni che, da una parte, potrebbe giovare agli inquirenti vibonesi per restringere il campo delle possibili ipotesi che ruotano attorno alla scomparsa di Maria Chindamo e, dall’altra, indurre la Dda ad avviare un nuovo filone investigativo. Dall’incrociarsi di eventuali nuove strategie potrebbero saltar fuori elementi utili a fare luce sulla sparizione dell’imprenditrice agricola di Laureana di Borrello. Stando così le cose, i tempi per la soluzione del giallo, almeno apparentemente, sembrano destinati ad allungarsi, ma non sono da escludere ipotesi contrarie. Comunque, gli inquirenti sembrano ormai orientati a ricercare il movente della scomparsa della donna nella sua vita privata privilegiando la pista della vendetta o di situazioni legate a motivi di interesse. Ipotesi che, naturalmente, fanno scattare interrogativi in serie senza la minima possibilità che agli stessi, almeno per ora, possa essere data una risposta plausibile.
Intanto, a Laureana di Borrello ci sono i tre figli di Maria Chindamo in balìa di un destino senza aggettivi, i familiari aggrappati alla tenue speranza che tutto si risolva positivamente e un’intera cittadinanza che manifesta a tutti loro piena solidarietà affidando a preghiere e suppliche il ritorno a casa della donna.