Crotone - Stavolta tra i migranti sbarcati ieri notte sugli scogli di Capo Cimiti tra Isola Capo Rizzuto e Crotone, c’erano anche cinque cittadini tibetani (3 uomini e 2 donne). Hanno attraversato tutta l’Asia dalla Cina all’Anatolia e poi l’Egeo e lo Ionio, per approdare sulle nostre coste. Un viaggio che sa tanto di un’odissea di disperazione, come del resto quella affrontata anche dagli altri 14 profughi rintracciati nella notte tra domenica e lunedì tra la costa e la statale 106, dalle forze dell’ordine intervenute subito dopo la segnalazione dell’avvenuto sbarco.
Poco dopo mezzanotte di domenica un passante ha segnalato la presenza di un gruppo di stranieri che si aggirava nella zona di Capo Cimiti. Sul posto sono subito intervenuti agenti della Polizia di Stato, carabinieri, finanzieri e militari della Guardia Costiera. Tra gli scogli di Capo Cimiti è stata avvistata un’imbarcazione a vela e motore di dieci metri che si era incagliata. Dalla barca erano appena scesi i diciannove migranti poi rintracciati nell’area, dagli uomini delle forze dell’ordine. Con i 5 tibetani sono stati trovati e accompagnati al Centro di accoglienza di Sant’Anna anche otto cittadini somali (5 donne e 3 uomini) e sei iracheni (4 donne e due maschi), dei quali tre minori.
Assistiti dai volontari di Croce rossa e della Misericordia e visitati dai sanitari del 118, i profughi sono stati poi sentiti dagli agenti dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato e dai loro colleghi della Squadra Mobile. I migranti hanno raccontato di essere salpati con lo sloop a vela e motore dalla costa turca: esattamente dalla città di Izmir (l’antico porto di Smirne sulla costa di quella che un tempo si chiamava Asia Minore). Da qui hanno viaggiato per sei giorni nell’Egeo e nello Ionio prima di toccare terra a Capo Cimiti.
Caricamento commenti
Commenta la notizia