La guardia di finanza di Lamezia Terme ha notificato un avviso di conclusione indagini preliminari con contestuale avviso di garanzia, emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro a carico di un elemento di spicco della cosca Giampà di Lamezia Terme e di un commerciante lametino. In particolare, gli indagati sono Vincenzo Bonaddio, reggente della cosca fino al 2010, ed il commerciante Vincenzo Grande detto “il Re”. Bonaddio e Grande sono indagati per estorsione aggravata dal metodo mafioso e la vicenda non riguarda il classico “pizzo” imposto dalle cosche agli operatori economici. Infatti, dalle indagini svolte dalle fiamme gialle del gruppo di Lamezia Terme, guidate dal tenente colonnello Fabio Bianco, è emerso che un commerciante lametino, titolare di un’azienda di vendita all’ingrosso di abbigliamento che nel 2008 era sottoposta a procedura fallimentare, chiedeva ed otteneva l’intervento di un esponente di vertice della cosca Giampà, al fine di far recedere coattivamente un creditore dall’azione legittimamente intrapresa.
Quest’ultimo intimorito da tale intervento, effettivamente rinunciava a proseguire nell’azione legale per evitare di subire atti ritorsivi, rimettendo forzatamente un credito presso il commerciante indagato, pari a 140.000 euro, importo costituente illecito profitto conseguito a seguito della estorsione commessa. Oltre a tale somma, la vittima, come accertato dai finanzieri, ha conseguito ulteriori danni pari a 40mila euro per la mancata detrazione fiscale e 11.200 euro relativi a somme di interesse precedentemente corrisposte ad una banca a causa del mancato pagamento di merce del commerciante indagato.Il reato di estorsione è stato ovviamente contestato con l'aggravante mafiosa.
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