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Metrocenter: inchiesta
alla procura generale

Metrocenter: inchiesta alla procura generale

La “guerra tra supermercati” si arricchisce di un altro capitolo giudiziario. L’avvocato Piero Mancuso, per conto di Francesco Squillace, legale rappresentante della Metrocenter Srl, ha presentato una richiesta di avocazione alla Procura generale del capoluogo in merito a due fascicoli d’inchiesta aperti dalla Procura della Repubblica con le ipotesi di reato di abuso d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.

Nel documento, l’avvocato Mancuso ha riepilogato la vicenda ricordando che «due anni fa, unitamente alla Sas Rutundo & figli di Rotundo Luigi & C., il signor Squillace ha richiesto la Scia edilizia funzionale all’apertura di un nuovo discount Eurospin. Il complesso edilizio in questione è stato edificato a seguito del rilascio dell’originaria concessione edilizia n. 7217/94 del 30 ottobre 1996».

Dopo aver citato gli ulteriori titoli abilitativi per i quali «il settore Edilizia Privata e Sue del Comune di Catanzaro ha quantificato in 273.475 euro l’ammontare degli oneri concessori (oltre quelli collaterali in misura di circa 10.000 euro) già interamente versati dal signor Squillace nelle casse comunali. Accade, tuttavia, e per come già denunciato dall'istante nelle varie denunce ed esposti integrativi, che in accoglimento della denuncia effettuata dall’Amministratore della Az Spa, il Comune di Catanzaro, a distanza di anni dal perfezionamento dei vari titoli edilizi per i quali aveva già incassato i relativi oneri concessori, ha inopinatamente e reiteratamente adottato provvedimenti amministativi volti ad ostacolare fondamentalmente l’apertura delle nuove attività, e in particolare la Rotundo & figli Sas, locataria di uno degli immobili del predetto insediamento edilizio che opera nel campo della grande distribuzione con marchio Eurospin. Tale attività risulta in concorrenza con il supermercato a marchio Sidis di proprietà Az Spa sito a circa 800 metri. A fronte dell'illegittimità dei provvedimenti in questione, le ditte interessate, tra cui Squillace e Rotundo in primis, ma anche le altre, sono state costrette in varie fasi nel corso degli ultimi due anni a impugnare di volta in volta i vari provvedimenti reiettivi e sospensivi adottati dagli uffici comunali strumentali ad ostacolare l'apertura delle varie attività commerciali».

Proprio su questo punto l’avvocato Mancuso ha pure evidenziato che «soltanto da ultimo, nei mesi di giugno e luglio 2016, il Tar Calabria ha dato ragione alle ricorrenti stabilendo l’inesistenza del vincolo urbanistico ostentato dall'amministratore di Az Spa quale presupposto giuridico di ogni provvedimento a carattere negativo».

Ecco perchè«malgrado la costante informazione per come fornita agli inquirenti nel corso della presente indagine da parte del signor Squillace nel corso di due anni dal momento della presentazione del primo esposto denuncia a oggi, nulla ancora è dato sapere in ordine alle determinazioni che l’Uff1cio di Procura ha inteso intraprendere in ordine all’esercizio o meno dell'azione penale. Nessuna notifica di proroga d'indagine, nessuna richiesta di archiviazione nessuna richiesta di rinvio a giudizio: un limbo giudiziario. Al contrario, e specularmente all’inerzia investigativa, almeno per quel che appare all’istante, sopra denunciata, si assiste nel corso del citato biennio a una schizofrenica produzione amministrativa a carattere reiettivo da parte degli uffici che pongono a fondamento l’esistenza del vincolo urbanistico, in realtà - si badi - decaduto nella forma e nella sostanza sia perché la relativa strada di piano era stata concepita per collegare il Nord città con la costruenda cittadella regionale in località Sansinato, in realtà poi realizzata per come è noto in località Germaneto, e sia in quanto il quinquennio di validità del vincolo preordinato all'esproprio era scaduto nel 2007 (rectius: revocato con delibera della Giunta Regionale dell'8/8/2005)». ora si attendono le decisioni della Procura generale.

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