Condannare i sette imputati. È stata questa la richiesta del sostituto procuratore generale, Salvatore Di Maio, ai giudici della seconda sezione penale della Corte d’appello (presidente Giancarlo Bianchi, a latere Ippolita Luzzo e Gianfranco Grillone, cancelliere Giuseppe Femia) per le persone giudicate con il rito abbreviato e rimaste coinvolte nel procedimento giudiziario nato dall’inchiesta su presunti illeciti connessi al Parco commerciale Romani e all’ipotesi (poi tramontata) di realizzare al suo interno la cittadella fieristica che l’amministrazione aveva inizialmente deciso di collocare in un’area appositamente individuata a Germaneto.
Nel dettaglio, l’accusa ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado per l’imprenditore Giuseppe Speziali, ex presidente di Confindustria Calabria, a 4 mesi e 130 euro e per l’avvocato Marina Pecoraro, ex responsabile del consorzio “Catanzaro 2000”, a 9 mesi e 10 giorni, e l’aggravio della pena per l’imprenditore Giuseppe Gatto, ex presidente di Confindustria Catanzaro, a 10 mesi e 600 euro di multa (primo grado 5 mesi e 10 giorni di reclusione e 130 euro di multa) e Giuseppe Grillo, ex presidente della società municipalizzata Catanzaro Servizi, a 1 anno e 4 mesi (primo grado 11 mesi e 10 giorni di reclusione). Inoltre, il sostituto procuratore generale ha chiesto la condanna delle tre persone assolte in primo grado: Alba Felicetti, ex dirigente del Comune, a 10 mesi di reclusione; Pasquale Costantino, imputato in qualità di dirigente del Comune, a sei mesi e 500 euro di multa, e Francesco Lacava, ex consigliere comunale e presidente del consiglio d’amministrazione della società Parco Romani a 1 mesi e 600 euro di multa.
L’udienza è stata poi rinviata al 22 novembre quando interverranno i primi difensori. Del collegio fanno parte, tra gli altri, gli avvocati Francesco Gambardella, Valerio Donato, Enzo Ioppoli, Enzo De Caro, Giancarlo Pittelli, Francesco Scalzi, Francesco Catanzaro, Luana Lacava, Franco Sammarco e Anna Spada.
Al centro dell’inchiesta c’è proprio l’acquisto, da parte della Catanzaro Servizi, di alcuni locali all’interno del costruendo centro commerciale per l’allocazione del centro fieristico. Un passaggio, concretizzatosi a maggio del 2011, che la Procura ritiene sospetto: dietro la compravendita ci sarebbero alcuni comportamenti penalmente rilevanti e il credito vantato da Gatto ne sarebbe stato quindi il “frutto”.
Caricamento commenti
Commenta la notizia