Una macchia “arancione”, simbolo di un pericolo che tiene sotto scacco Vibo Marina. Perché il Pai traccia la mappa del rischio e, ad osservare bene la cartina “propedeutica” allo strumento di pianificazione territoriale, nella frazione l’aggiornamento sembra predisporre un recinto.
Insomma, se lavori di messa in sicurezza sono stati eseguiti, al momento, non sembrano essere stati tenuti in considerazione nel lavoro per l’aggiornamento del Piano stralcio di bacino per l’assetto idrogeologico. E, classificare un’intera area con il massimo rischio – se non reale – comporterebbe un blocco totale per Vibo Marina.
Una questione questa, sollevata dal capogruppo del Pd, Giovanni Russo, che ha presentato un’interrogazione per sapere se l’Abr non era stata messa a conoscenza delle opere avviate dal Comune, rammentando la scadenza dei termini per presentare le osservazioni. «Così come stanno le cose – ha sottolineato – a Vibo Marina non si può neanche mettere un chiodo e questo significa frenare l’economia del paese». In particolare, Russo ha fatto il punto sulla pratica, «lo scorso giugno – ha spiegato – l’Autorità di bacino ha inoltrato una comunicazione al Comune per informarlo dell’aggiornamento». E sempre l’Abr, ha spiegato, «prima dell’adozione del progetto di Piano, ha disposto di avviare una fase di ulteriore consultazione con i Comuni per verificare e segnalare eventuali situazioni di criticità non contemplate nella cartografia, o imprecisioni».
Ergo, una chiamata alla collaborazione e motivo per cui palazzo “Luigi Razza” deve produrre una serie di osservazioni che potrebbero anche portare alla riclassificazione di alcune aree, soprattutto dove gli interventi di messa in sicurezza sono stati effettuati. In questa direzione, Russo ha ricordato i lavori effettuati al Sant’Anna e al torrente La Badessa «e non si può non tenerne conto, mentre da quanto si evince dalla cartografia per ciò che concerne Vibo Marina l’aggiornamento comporterebbe il vincolo idraulico P3». Rischio massimo, quindi, e questo «causerebbe – ha proseguito – un ulteriore danno all’economia della città che già deve fare i conti con il mancato introito causato dal blocco totale dell’edilizia nella frazione».
Un riferimento non solo alle nuove costruzioni ma «anche a tutti gli interventi di recupero dell’esistente che allo stato attuale non possono essere realizzati». La riqualificazione del Pennello, ad esempio, tra quelli attenzionati e che, stando così le cose, rischierebbero di saltare.