Nessun profilo penalmente rilevante. La Procura chiude le indagini sulla “guerra dei supermercati” chiedendo al gip l’archiviazione di ogni ipotesi di reato a carico di alcuni funzionari comunali. Si tratta, insomma, di una questione prettamente amministrativa: le denunce incrociate tra Franco Squillace e Desiderio Noto devono trovare definizione in sedi diverse da quella penale. La “palla”, adesso, passa nella mani del gip: le parti potranno prendere visione degli atti e presentare eventuali opposizioni, quindi il giudice deciderà definitivamente se archiviare o disporre un supplemento d’indagine.
La richiesta di archiviazione firmata dal procuratore Nicola Gratteri e dagli aggiunti Paolo Petrolo e Alessandro Prontera fa seguito all’accorpamento di 8 fascicoli scaturiti da altrettante denunce sporte da un lato da Squillace (titolare delle aree Metrocenter di via Lombardi su cui recentemente è stato aperto un supermercato con marchio Eurospin) e dall’altro da Noto (titolare della Az, società che gestisce il supermercato Sidis di via Gioacchino Da Fiore, situato nei pressi di via Lombardi e quindi controinteressato alla nuova attività commerciale). Il titolare della Metrocenter contestava agli indagati di ostacolare, attraverso l’adozione di presunti atti amministrativi illegittimi, la realizzazione e l’apertura del nuovo Eurospin, con l’intento di avvantaggiare il titolare della struttura commerciale concorrente. A sua volto Noto accusava gli indagati di non aver adottato i provvedimenti necessari ad impedire l’apertura del supermercato in via Lombardi.
Denunce incrociate, quindi, su una serie di asserite violazioni di legge e di regolamenti che avrebbero inficiato l’attività amministrativa esercitata nel corso degli anni dal Comune. Una vicenda che, come noto, è finita più volte all’esame del Tribunale amministrativo regionale, dove peraltro la Procura aveva anche disposto l’acquisizione di tutti gli atti.
Nodo centrale era la destinazione urbanistica dell’area dove insiste la nuova struttura commerciale (è in previsione anche l’apertura di un’altra attività in un capannone attiguo sempre di proprietà della Metrocenter) in relazione a una presunta sovrapposizione con una strada prevista dal Piano regolatore - e mai realizzata - per il collegamento tra le statali 19 e 280. E proprio a proposito della rappresentazione del progetto negli elaborati cartografici, la Procura osserva che si tratta di una questione che oggi assume una valenza logica secondaria, nell’economia complessiva della vicenda, rispetto a quella ritenuta pregiudiziale della normazione dell’area a fronte di una recente sentenza del Tar che dichiara «l’obbligo del Comune a provvedere alla painificazione delle aree ove insiste il complesso immobiliare, mediante la predisposizione di una nuova disciplina urbanistica conseguente alla intervenuta decadenza del vincolo preordinato all’esproprio (in relazione alla costruzione della strada, ndr)». Questioni perciò, secondo la Procura, di natura prettamente amministrativa. E anche la sussistenza di querele speculari da ambo le parti, che lamentano entrambe il presunto comportamento illegittimo degli indagati, evidenzierebbe in concreto l’insussistenza degli elementi dell’ipotizzato delitto di abuso d’ufficio, in particolare sotto il profilo dell’elemento psicologico. Da qui la richiesta di archiviazione delle accuse da parte del giudice per il indagini preliminari.
Sul fronte del Tibunale amministrativo, l’ultimo passaggio si è consumato lo scorso 4 ottobre con il rinvio direttamente al merito della trattazione del ricorso proposto da Az per ottenere l’annullamento dell’atto con cui il Comune ha sancito che, ad eccezione di una del giugno 2014, tutte le Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e le Dia (Dichiarazione di inizio attività) presentate dalle società Metrocenter, Rotundo & Figli e Adamante sono «pienamente operative».
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